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Eolico: energia dai viadotti di ferrovie e autostrade

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Secondo uno studio in Europa si potrebbe fornire elettricità a 5 milioni di famiglie. Con basso impatto ambientale: le infrastrutture sono già esistenti

Fonte: corriere.it

Autore: Roberto Rizzo

Siamo abituati a vedere i generatori eolici sui crinali di colline e montagne o installate nel mare del Nord oppure, nel caso delle turbine più piccole, nei campi agricoli e in cima agli edifici. Ma secondo una recente ricerca a cui hanno collaborato alcuni team di scienziati inglesi e spagnoli, se le condizioni sono opportune le turbine eoliche potrebbero essere installate anche sotto viadotti e ponti della rete autostradale per produrre elevate quantità di energia elettrica. Questo risultato potrebbe condurre alla realizzazione di impianti eolici in territori già fortemente edificati o in aree naturali dove è assai lungo e difficoltoso l’iter autorizzativo per nuovi manufatti.

Il viadotto alle Canarie

Gli scienziati hanno preso come riferimento il viadotto Juncal nell’isola di Gran Canaria (Canarie) e hanno dimostrato che il vento che soffia tra i quattro piloni di questa infrastruttura può essere sfruttato da opportune turbine eoliche per produrre energia. Lo studio si è basato su modelli matematici e simulazioni al computer effettuati da Oscar Soto, della Kingston University di Londra. «Abbiamo testato diversi tipi di configurazioni e siamo giunti alla conclusione che quella che garantirebbe la produzione energetica maggiore è rappresentata da due turbine con lunghezza diversa delle pale», ha affermato il docente. «In tal modo le pale delle turbine riuscirebbero a spazzare la superficie massima possibile».

Configurazioni

Se si prendono in considerazione anche la facilità d’installazione e la redditività nel corso dell’intero ciclo di vita delle macchine, secondo i ricercatori l’opzione migliore è invece costituita da due turbine identiche appaiate. Gli scienziati hanno anche analizzate configurazioni con un maggiore di macchine eoliche (fino a 24) e di piccole dimensioni. Nel caso del viadotto Juncal, i ricercatori hanno calcolato che l’installazione di due turbine con una potenza complessiva di 0,5 MW consentirebbe di produrre una quantità di energia pari al fabbisogno annuo di 450-500 abitazioni spagnole.

Il progetto Painper

La ricerca è stata promossa da Zecsa, azienda attiva nello sviluppo delle energie rinnovabili nelle Canarie grazie alla collaborazione con vari centri di ricerca pubblici e privati, e ha visto coinvolti anche scienziati spagnoli, oltre al gruppo inglese del prof. Soto: i ricercatori dell’Università di Vigo hanno studiato i collegamenti elettrici necessari allo sviluppo del progetto, mentre un gruppo dell’Università di Las Palmas de Gran Canaria è stato incaricato dello studio per l’integrazione dell’energia rinnovabile prodotta nella rete elettrica dell’arcipelago. Lo studio di fattibilità rientra nel progetto Painper (Public Achievement Plan for Renewable Energy Infrastructure), il piano di Zecsa per la realizzazione di infrastrutture che dovrebbero incrementare la produzione da fonti rinnovabili in territori a elevata edificazione e in aree protette dove è limitato lo spazio disponibile per nuove installazioni. «Painper è un progetto multidisciplinare che ha preso avvio proprio nelle Canarie grazie alla disponibilità di dati di qualità per le nostre analisi scientifiche», spiega Aday Martin, general manager di Zecsa. «Le isole Canarie presentano condizioni eccellenti per lo sviluppo delle fonti rinnovabili: i potenziali di energia eolica e solare sono infatti assai elevati».

Da progetto a realtà

La scelta del viadotto Juncal su Gran Canaria nasce dal fatto che il sito presenta tra i maggiori potenziali eolici dell’arcipelago e il vento soffia in maniera pressoché ottimale durante l’anno, quasi sempre da nord-est. In questo momento Zecsa si sta occupando delle autorizzazioni presso il governo locale di Gran Canaria, che è il proprietario dell’infrastruttura, al fine di poter partire con la realizzazione concreta delle turbine sotto il viadotto Juncal. Una volta realizzato l’impianto, gli scienziati potranno confrontare le stime elaborate al computer con la produzione elettrica vera e propria. Gli scienziati hanno valutato i contesti (viadotti montagnosi, a livello del mare, ecc.) nei quali vi è il potenziale più elevato per la produzione di energia eolica. «A partire dalle nostre ricerche sull’analisi della risorsa eolica, siamo giunti alla conclusione che il potenziale maggiore risiede nei viadotti prossimi al livello del mare, con condizioni regolari delle masse d’aria in termini di velocità e direzione del vento», prosegue Martin. «Questo ovviamente non vuol dire che non ci possano essere viadotti in altre aree con particolari condizioni del terreno e del vento che potranno garantire rendimenti elevati di produzione eolica».

Una grande potenzialità

La potenza delle turbine installate dipenderà dalle caratteristiche viadotto, dalle condizioni della risorsa eolica e dalla domanda di alimentazione desiderata. «Possiamo comunque ipotizzare che la potenza totale di ciascun impianto potrà variare tipicamente tra 0,3 MW e 2 MW, quindi di media potenza», spiega il dirigente di Zecsa. «Al momento possiamo fare una prima stima di circa 5,5 GW di potenza complessiva a livello europeo che potrebbe essere installata con questa tipologia di realizzazioni. Una potenza di questo ordine di grandezza potrebbe soddisfare il fabbisogno elettrico all’incirca di 5 milioni di famiglie europee».