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«Direbbe Obama: il pirogassificatore è green economy»

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Il governatore della Toscana torna a difendere i contestati impianti per le energie rinnovabili: «Rispettano le leggi»

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Empoli

Autore: di Giacomo Pelfer

«Se lo avessero in America, il pirogassificatore sarebbe considerato uno strumento di sviluppo sostenibile. Perfino il tanto osannato Obama lo porterebbe a modello di green economy». Parola del presidente della Regione Enrico Rossi, arrivato lunedì al circolo “La Perla” di Montecalvoli per sostenere la candidatura a sindaco di Antonio Torrini. Una serata di confronto sulle tematiche locali e sugli ultimi avvenimenti nazionali, dal problema delle frane fino ai mal di pancia del Pd, divenuta inevitabilmente anche l’occasione per toccare i temi caldi del comprensorio, a cominciare da quello incandescente del pirogassificatore. Enrico Rossi non risparmia colpi, contro i comitati e le amministrazioni locali, ma torna anche a dichiararsi disponibile ad un confronto pubblico, «purché – precisa – non vengano meno il rispetto e la correttezza». Prima la legge. Il Governatore insiste più volte sul rispetto delle normative: «Perché le leggi ci sono – dice – e non può essere una raccolta firme a cancellarle. Quando le norme sono rispettate non possiamo impedire la libera impresa. Nel caso del pirogassificatore, la legislazione di riferimento è quella europea, basata sul principio di precauzione, che in Italia è ulteriormente rafforzato. Va bene la discussione, va bene il processo informativo, però poi ci sono le leggi. E senza certezza del diritto, non attrarremo più neanche un euro di investimenti». Da qui l’attacco ai comitati: «Possono contestare anche uno spillo su un marciapiede – afferma – che magari perché fa ombra o rovina il paesaggio, ma alla fine occorre guardare al bene di tutta la collettività». Superare le discariche. Enrico Rossi, quindi, sfida gli oppositori all’impianto a trovare soluzioni alternative per lo smaltimento, soprattutto per mettere fine al conferimento di rifiuti industriali nelle discariche. «Non è da ambientalisti – dice – mandare i rifiuti a bruciare in Lombardia. Senza dimenticare che gli scarti di lavorazione non possono continuare a finire nelle discariche civili, come succede ora, perché prima o poi la Procura ci mette gli occhi e finiamo tutti quanti dentro. Il pirogassificatore può non piacere, ma intanto è una soluzione, con tutti i permessi a posto. Se qualcuno ne ha di migliori ben venga: la Regione è pronta a sostenerle». «Non accetto lezioni, però, dal premio nobel lucchese – aggiunge Rossi in polemica con Rossano Ercolini di “Rifiuti Zero” –: io non sarò un tecnico ma un po’ di cose le so e su tante credo che dovrebbe informarsi meglio». La stoccata. Il presidente aggiunge anche un affondo contro la Provincia e i Comuni (presente nel pubblico l’assessore provinciale Graziano Turini): «Voglio fare un richiamo – dice – ad alcuni rappresentanti delle istituzioni locali, perché quando sia ha il fuoco in casa non si spegne buttandolo più lontano». Da qui, tuttavia, anche l’apertura «ad un confronto pubblico su questi temi, purché tutto avvenga nel rispetto e senza accuse personali», chiede il Governatore. Il Tubone. Un terreno, quello del difficile equilibrio tra sviluppo e sostenibilità ambientale, sul quale «il Valdarno – a detta di Rossi – sta per intraprendere uno dei progetti più avanzati al mondo». Il Governatore si dice orgoglioso del recente accordo di programma per la depurazione, il cosiddetto Tubone, «che sta ricevendo gli apprezzamenti dell’Unione europea». «Questa zona – ricorda – utilizza milioni di metri cubi di acqua all’anno, e li depura secondo parametri che dal 2015 non saranno più accettabili. La sopravvivenza di questa industria passa dalla capacità di creare un sistema a ciclo chiuso, riutilizzando l’acqua depurata all’interno del processo produttivo. Gli stessi conciatori, inizialmente perplessi, non hanno saputo distinguere le pelli conciate con acqua da falda da quelle realizzate con acqua depurata. È un intervento straordinario, e questa zona dovrebbe esserne orgogliosa. Un progetto avanzatissimo per coniugare sviluppo industriale e ambiente. Perché dobbiamo metterci in testa che turismo e pubblica amministrazione non possono dare lavoro a tutti».