Home Geotermia News Coronavirus: l’appello di 9 sindaci geotermici per difendere l’occupazione sul territorio

Coronavirus: l’appello di 9 sindaci geotermici per difendere l’occupazione sul territorio

Arriva al premier Conte e al governatore Rossi un appello da parte di 9 sindaci geotermici: «valutare la possibilità di assumere misure di emergenza per derogare alle normali procedure adottate da Enel per l’affidamento di lavori, manutenzioni, appalti e forniture nel settore dell’industria geotermica»

1019
0
CONDIVIDI

Arriva al premier Conte e al governatore Rossi un appello da parte di 9 sindaci geotermici: «valutare la possibilità di assumere misure di emergenza per derogare alle normali procedure adottate da Enel per l’affidamento di lavori, manutenzioni, appalti e forniture nel settore dell’industria geotermica»


La geotermia toscana rappresenta una risorsa essenziale per il territorio, che continua, anche durante la pandemia in corso, a produrre abbastanza energia elettrica da fonte rinnovabile da soddisfare circa il 30% della domanda regionale di elettricità, oltre a garantire calore a circa 10mila utenti residenziali e molte imprese locali.

Ma la geotermia è anche un asset fondamentale per la tenuta occupazionale dei territori che coltivano il calore della terra, sottoposta in questa fase di emergenza a particolare stress: per questo nove sindaci di Comuni geotermici hanno rivolto un appello al premier Giuseppe Conte e al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi per adottare adeguate misure di sostegno alle imprese.

I sindaci di Pomarance, Castelnuovo di Val di Cecina, Montieri, Monterotondo Marittimo, Chiusdino, Radicondoli, Monteverdi Marittimo, Arcidosso e Santa Fiora, credono che, per l’area geotermica che si estende nelle province di Pisa, Siena e Grosseto, sia necessario un intervento «per valutare la possibilità di assumere misure di emergenza per derogare alle normali procedure adottate da Enel per l’affidamento di lavori, manutenzioni, appalti e forniture nel settore dell’industria geotermica. Poiché la produzione di energia elettrica non si è interrotta, per ovvie ragioni, e nel breve periodo si potranno riattivare lavori e investimenti, sarebbe logico che Enel, disponendo di un indotto efficiente rappresentato dalle imprese territoriali e dunque di un distretto industriale consolidato, derogasse alle proprie policy aziendali mediante un accordo con Governo, Regione Toscana e Comuni dell’area. La gran parte delle attività industriali e delle aziende di questo territorio troverebbero in questa operazione una soluzione sufficientemente solida per affrontare le criticità che necessariamente si presenteranno in linea generale nell’economia italiana ed europea».

La posta in gioco è alta.

Secondo le ultime stime elaborate dalla Regione Toscana sono circa 4mila le persone legate all’economia geotermica: circa 650 gli occupati diretti, 2mila addetti dei fornitori, 780 addetti attivati dai fornitori dei fornitori, 890 addetti attivati dai lavoratori per i consumi.

Di fronte a questi numeri i sindaci restano in attesa di risposte e «della possibilità di concordare modalità pratiche ed operative opportune per rendere attuabili gli intenti espressi e tutelare, in tal modo, un’area territoriale strategica per la Toscana e per l’intera nazione».