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Cile. Industria estrazione rame finanzia energia rinnovabili

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Grazie a prezzi metallo alti possibili forti investimenti

Fonte: La Stampa.it

Autore: TM News

Cresce in Cile l’esigenza di diversificare il mix energetico, aumentando la quota di generazione elettrica da fonti rinnovabili. La necessità di un cambiamento è divenuta evidente anche a causa della lunga siccità che sta affliggendo il Paese, con gravi ripercussioni sulla produzione di energia idroelettrica, che soddisfa il 20% dei consumi di energia primaria. Il Paese ha dovuto così accrescere le importazioni di combustibili fossili, con un conseguente aumento dei costi. Le industrie stanno quindi puntando su un maggiore ricorso all’energia eolica, solare e geotermica. Il discorso vale in particolare per l’industria del rame, che assorbe da sola un terzo dell’elettricità nazionale, ma che sta vivendo una favorevolissima congiuntura economica, in grado di sostenere gli investimenti in tecnologie a forte intensità di capitale. Quale è appunto il caso delle rinnovabili, che prevedono grandi investimenti iniziali ma poi, a regime, hanno bassi costi di produzione. Come è stato lapidariamente chiarito da un esperto analista cileno: "con il rame a 4 dollari la libbra, puoi comprarti quello che ti pare. E puoi anche permetterti il lusso di pagare di più per avere l’energia". In particolare la Collahuasi, uno dei tre giganti cileni del rame, punta sulla geotermia, con un progetto nella regione di Antofagasta, presso la propria miniera di Doña Inés. La potenza complessiva non è ancora stata puntualizzata, ma si tratta probabilmente di un impianto da 30 MW. La principale società mineraria statale, Codelco, ha invece stanziato oltre 700 milioni di dollari per un parco eolico da 250 MW che, quando sarà completato, sarà il più grande dell’America latina. In soli tre anni, da quando nel 2008 sono state installate le prime turbine, la potenza eolica cilena è salita a 170 MW, ma ha enormi margini di crescita, grazie alle lunghe coste battute da venti forti e costanti.