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Camera: sì unanime a mozione per correggere il dlgs rinnovabili

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Il testo, che impegna il governo a salvaguardare gli investimenti del settore correggendo il famigerato decreto legislativo 3 marzo 2011, che aveva sollevato tra l’altro la reazione di protesta anche delle banche italiane ed estere, è una sintesi delle proposte fatte dal Partito democratico e da altri partiti (IdV, Lega e Responsabili e Pdl), sia di maggioranza sia di opposizione

Fonte: zeroEmission

Autore: F.N.

Grazie a uno schieramento bipartisan che coinvolge larghe frange della maggioranza è stata approvata mercoledì pomeriggio una mozione unitaria sulle fonti di energia rinnovabili. Il testo, sottoscritto da tutti i capigruppo di Montecitorio (con le sole astensioni dei deputati di Forza del Sud, che fanno riferimento al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianfranco Micciché e dei radicali) impegna il governo “’a convocare immediatamente un tavolo di confronto con tutti gli operatori del settore delle fonti rinnovabili, per poter definire al più presto un nuovo sistema di incentivi; a non lasciare nell’incertezza tutto il settore delle energie rinnovabili e ad anticipare l’emanazione del decreto ministeriale di cui all’articolo 25 del decreto legislativo di recepimento della direttiva 2009/28/CE, entro la prima decade di aprile; a fare salvi gli investimenti che siano stati avviati sulla base del precedente quadro normativo”.

Nella mozione si invita inoltre l’esecutivo “a prevedere che la tendenziale riduzione nel tempo degli incentivi delle fonti rinnovabili tengano in debito conto i congrui tempi di transizione, così da garantire gli investimenti effettuati dalle imprese del settore”. Per i parlamentari è importante anche che il Governo proceda “ad armonizzare gli incentivi con quelli Ue” e “a definire un sistema di incentivazione che garantisca all’Italia una prospettiva di crescita di lungo termine per il settore fotovoltaico” – definito "uno degli esempi più virtuosi" nel campo delle energie rinnovabili "che nel nostro Paese è composto da circa 1.000 aziende, 15.000 posti di lavoro diretti ed oltre 100.000 indiretti, con una stima di volume d’affari nel 2010 compresa tra i 6 e gli 8 miliardi di euro" – nonché “a sostenere la ricerca e lo sviluppo dei processi di industrializzazione delle nuove tecnologie de settore”, infine “a rivedere il Piano di azione nazionale per le energie rinnovabili”.

L’intesa di maggioranza e opposizione su un mozione unitaria per lo sviluppo delle fonti rinnovabili ha ricevuto il plauso del ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo: “Il documento – ha sottolineato – rappresenta un elemento di grande stimolo e di sostegno ad una politica energetica nell’ambito della quale lo sviluppo delle fonti rinnovabili rappresenta un preciso impegno del Governo, alla luce dei trattati internazionali sottoscritti, che impongono all’Italia di raggiungere il 17% di energia prodotta da rinnovabili entro il 2020”. La mozione che impegna il governo a salvaguardare gli investimenti del settore correggendo il recente decreto legislativo in materia, che aveva sollevato la reazione di protesta anche delle banche italiane ed estere, è una sintesi delle proposte fatte dal Partito democratico e da altri partiti (IdV, Lega e Responsabili e Pdl), sia di maggioranza sia di opposizione. Grande soddisfazione anche da parte di Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, in quanto  “il decreto legislativo sulle rinnovabili che nella forma attuale è una mannaia sull’intero settore, rischia di mandare in rovina migliaia di imprese e di addetti ai lavori”. (f.n.)