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Una mega-centrale naturale che sfrutta l´eolico e le correnti

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Seimila km di cavi sottomarini per “alimentare” dieci Paesi
Vento, onde, maree dal Mare del Nord arriva l´energia “blu”

Fonte: La Repubblica

Autore: Elena Dusi

Nel mare dove oggi si succhia soprattutto petrolio, sta per nascere il parco europeo dell´energia pulita. Vento, onde, maree: dieci paesi del Mare del Nord hanno deciso di mettere insieme l´elettricità ricavata da quel bacino tempestoso. Il loro progetto, annuncia la rivista Nature, sarà firmato oggi dai dieci ministri dell´Energia. Il memorandum d´intesa prevede l´investimento di 20 miliardi di euro in 10 anni, con seimila chilometri di cavi sottomarini che trasporteranno l´energia prodotta dai generatori eolici costruiti in mezzo al mare verso le case, e una serie di dighe nei fiordi norvegesi per immagazzinare l´elettricità in eccesso.
I fiordi usati come "batterie" permetteranno di ovviare a uno dei difetti principali dell´eolico: l´incostanza. I generatori producono più elettricità del necessario nei giorni ventosi e troppo poca in quelli di bonaccia. Nella "super-grid" del Mare del Nord l´energia eolica nei momenti di picco verrà trasportata sulle coste norvegesi e sfruttata per riempire una serie di dighe costruite sui fiordi. Nei tempi di magra, l´acqua verrà fatta precipitare a valle come in una normale centrale idroelettrica.
Maree e onde sono ancora ferme a poche centrali di piccole dimensioni e coprono lo 0,5% del consumo energetico mondiale, ma promettono di crescere nei prossimi anni. Dal vento invece il mondo ottiene già il 5% del suo fabbisogno. Il nostro continente ha installato una potenza di 74 gigawatt, di cui una cinquantina nel Mare del Nord. Si tratta di una capacità quasi doppia rispetto ad Asia e America settentrionale (ferme a 39 gigawatt). Entro il 2020 i piani europei prevedono l´installazione di altri 136 gigawatt (mentre dagli impianti nucleari in costruzione nel prossimo decennio si otterranno 14 gigawatt). Una centrale atomica o a carbone ha una potenza media che si aggira intorno a un gigawatt, anche se può essere molto variabile. E una città come New York utilizza solo come consumi elettrici una potenza di circa 5 gigawatt.
Oltre all´incostanza del vento, le grandi distanze da coprire rappresentano un´altra sfida per i dieci paesi coinvolti nel progetto (Gran Bretagna, Irlanda, Svezia, Danimarca, Francia, Germania, Olanda, Belgio, Lussemburgo e Norvegia). I generatori eolici producono corrente alternata. Una serie di convertitori in mezzo al mare la trasformano in corrente continua: solo così è possibile evitare che nel tragitto sotto al mare avvengano enormi dispersioni. Una volta raggiunta la terraferma, l´energia viene di nuovo trasformata in corrente alternata ad alta tensione per essere più comodamente immessa nelle linee elettriche dei vari paesi. «Questo sistema non sarebbe possibile senza l´uso di smart grids, o reti intelligenti» spiega Giorgio Graditi, ricercatore dell´Enea di Portici. «Il futuro delle energie rinnovabili passa per la costruzione di centrali più piccole e diffuse sul territorio. Per ottenere la massima efficienza, soprattutto quando molti attori sono coinvolti in un progetto, occorre costruire reti intelligenti, dotate di sensori e capaci di comunicare con gli utenti finali».
E se la sfida della "super-grid" del Mare del Nord sarà vinta, ci sono almeno altri due progetti simili sulla rampa di lancio. Il primo è stato annunciato da Google a ottobre e prevede la messa in rete delle centrali eoliche dell´Atlantico del Nord. Il secondo è il piano "Desertec", che prevede l´installazione di impianti solari nel deserto del Sahara e il trasporto dell´energia prodotta verso l´Europa, sempre attraverso cavi sottomarini.