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Un rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente indica per l’Europa un picco di capacità d’energia rinnovabile, in particolare eolica, al 2020

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Nuove proiezioni per l’Europa al 2020 arrivano dall’Agenzia per l’Ambiente (AEA) e dall’Associazione europea per l’energia eolica e sono entrambe positive

Fonte: Rinnovabili & Territorio

Autore: Redazione

L’Agenzia Europea per l’Ambiente, ha analizzato -su mandato della Commissione Europea- i singoli Piani d’Azione Nazionali (PAN) consegnati dai paesi membri nel 2010 come previsto dalla Direttiva Clima-Energia.

I dati, gli obiettivi individuali e le strategie contenute nei PAN sono stati proiettati in un unico documento previsionale, presentato la settimana scorsa.

«Questa analisi –ha commentato Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell’AEA– è particolarmente tempestiva, in linea con la riunione sui cambiamenti climatici dei rappresentanti del governo a Durban».

Il rapporto evidenzia buone prospettive per le energie rinnovabili, soprattutto per l’eolico off-shore destinato a crescere rapidamente da qui al 2020, con la previsione che l’attuale capacità installata possa essere moltiplicata di ben diciassette volte nei prossimi dieci anni per raggiungere il record di 44.2 GW installati.

Tra le fonti di energia elettrica più sfruttate il rapporto indica dopo l’eolico, l’energia delle onde e delle maree che dovrebbero aumentare di 11 volte la propria potenza.

Buone prospettive si evidenziano anche per la capacità istallata dell’eolico on-shore e delle centrali elettriche alimentate a biomassa che potranno raddoppiare, mentre il solare fotovoltaico triplicherà gli attuali valori.

Importanti incrementi ci saranno nel settore dell’energia termica dove triplicherà il contributo della geotermia e quadruplicherà il solare termico.

L’AEA calcola che circa il 43% di tutta la produzione di energia rinnovabile sarà destinato al riscaldamento e al raffrescamento.

Al settore dei trasporti andrà invece la fetta più piccola della percentuale di consumo di energia rinnovabile (12%), nonostante che, secondo il documento AEA, questo debba essere il settore in più rapida crescita tra il 2005 e il 2020.

Nonostante questi tassi di crescita, però L’AEA, sottolinea che gli obiettivi del 2020 saranno raggiunti solo con uno stretto margine.

«L’indagine –ha spiegato Jacqueline McGlade- illustra la scala di impegno dell’Europa nel trasformare il proprio settore energetico. Tuttavia, con uno sforzo congiunto possiamo e dobbiamo andare oltre. La combustione delle fonti fossili minaccia la stabilità del nostro clima, e la nostra analisi più recente ha dimostrato che l’inquinamento delle centrali elettriche a gas e carbone sta costando miliardi di euro all’Europa in costi sanitari».

I dati dell’AEA per quanto riguarda l’energia eolica sono confermati –se non addirittura rafforzati- dall’EWEA (European Wind Energy Association) che ha pubblicato il nuovo rapporto “Vento in poppa” descrittivo della situazione eolica di 17 paesi europei.

Il documento contiene le specifiche dei progetti realizzati, di quelli in costruzione e quelli ancora in fase di progettazione, interessanti soprattutto i paesi del Nord Europa. Il dato complessivo indica un totale di 141 GW di capacità eolica off shore 35 volte superiore rispetto ai circa 4 GW installati ad oggi- in grado di fornire il 13,1% dell’energia elettrica totale prodotta in Europa e sufficiente a coprire il fabbisogno di almeno 130 milioni di famiglie europee.

«C’è grande interesse per lo sviluppo dell’energia eolica offshore in Europa» ha commentato il presidente dell’EWEA Arthouros Zervos

«Gli sviluppatori, i governi e gli investitori –ha continuato Zervos- si stanno rendendo conto che l’energia eolica offshore offre la crescita e l’occupazione di cui l’Europa ha disperatamente bisogno».

Riguardo all’occupazione, con le cifre di sviluppo indicate dal rapporto si prevede entro il 2020 la creazione di 169mila nuovi posti di lavoro nel settore, numero che dovrebbe arrivare a 300mila entro il 2030.

«Il settore dell’energia eolica off-shore è in grado di replicare il successo dello sviluppo della tecnologia eolica onshore, che ora è una fonte tradizionale di energia competitiva con il carbone e con i nuovi impianti a gas, oltre che una grande industria europea» ha affermato Zervos . 

«Tuttavia – ha aggiunto- per garantire che questo accada, i decisori europei devono fissare ambiziosi obiettivi di energia rinnovabile oltre il 2020, investire di più nella ricerca e nello sviluppo della rete in mare».