«Si è vero — ha detto l’ex Sindaco Massimo Borghi — Contrariamente a quanto qualcuno va a dire in giro, i contatti con l’Università di Pisa sono stati tenuti dalla mia Giunta e l’equipe guidata da Alessandro Sbrana, ordinario di geotermia nell’ateneo pisano, ha già trasmesso la documentazione del lavoro». Dalla città della torre pendente è stata già avanzata una richiesta di «Permesso di ricerca» di risorse geotermiche. Obbiettivo, l’installazione di una centrale di teleriscaldamento. E la nascita di questa grande opportunità per i gavorranesi sarà uno dei cavalli di battaglia di Massimo Borghi in quella campagna elettorale che ha già preso il via. «Nel futuro prossimo dei miei concittadini — ha insisto Borghi — c’è il teleriscaldamento grazie allo sfruttamento delle acque del sottosuolo». Nella relazione vengono indicati i «bacini» ove si andrà a cercare l’acqua caldissima e che vanno da quelli dei fossi Rigiolato, ad Acqua Nera, al Sovata. Massimo Borghi ha rifatto la storia di questo progetto assumendone tutta la paternità, un piano di lavoro vanificato dal crollo della Giunta. «Credo moltissimo in questo progetto, che sarà uno dei punti di forza del mio programma», dice Borghi, Le attività di studio sono della «Geoenergy», pisana, che opera in collaborazione con l’ateneo. Con il progetto di ricerca si assicura che la falda termale non viene sottoposta a sfruttamento diretto ma viene semplicemente estratto il calore esistente. La stessa falda non sarà, secondo gli studiosi, rovinata con l’estrazione del liquido che contiene.