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Smith, cassaintegrati e disperati

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Sette operai chiedono aiuto: «Ci sentiamo abbandonati»

Fonte: La Nazione, Cronaca di Pisa

Autore: Ilenia Pistolesi

L’ANNO ZERO dell’occupazione è già qui, fra i deserti industriali della Valdicecina. Se per la fiumana di ex tute blu in mobilità il quadro continua ad essere a tinte fosche, di sicuro non se la passano meglio i sette dipendenti Smith finiti in cassa integrazione straordinaria dalla scorsa estate. Un futuro professionale che traballa e la paura di chi non sa cosa accadrà da domani. «Aiutateci a capire cosa ne sarà di noi e ad aprire una breccia con l’azienda – è il grido che lancia Gianni Albertini, 44 anni, cassaintegrato dello stabilimento delle trivelle dallo scorso luglio. Si sentono snobbati dai piani alti della Regione.
CHIEDONO LUMI su cosa sarà del loro futuro. I nodi, dovranno venire al pettine per tutti: «Dovevamo lavorare a rotazione, ma io non sono entrato in fabbrica neppure un giorno – ci racconta Albertini – non sappiamo quali siano i piani dell’azienda quando finiranno gli ammortizzatori sociali. Vogliono farci fuori? Prorogarci la cassa? Oppure, se messi alla porta, potremo anche noi usufruire della buona uscita come gli ex colleghi?» Insomma, altre sette persone precipitate in un drammatico cono d’ombra.
«LA FINE della cassa integrazione si avvicina a grandi passi – racconta ancora Gianni – ci avevano promesso l’avvio di corsi di formazione a partire dal mese di marzo. Ma non sappiamo ancora nulla. Qualcuno dovrà spiegarci se il nostro futuro sarà ancora legato all’azienda o meno». E’ l’ennesima pagina opaca che arriva dalla vicenda Smith. Il circo ormai ha spento i suoi più potenti riflettori su Saline e la Valdicecina, cadute in disgrazia dopo le passerelle bulimiche (e bipartisan) della scorsa estate, di fronte ad una fabbrica che si stava spegnendo come un malato terminale. Con la madre di tutte le promesse elettorali: «Nessuno sarà lasciato a piedi», che oggi suona davvero come una bella beffa.
NON SOLO per la settantina di ex dipendenti in mobilità ancora alla ricerca di un nuovo lavoro, ma anche per i sette cassaintegrati che non sanno «di che morte moriranno» da qui al prossimo luglio. Progetti che saltano come tappi. Strade ancora piene di incognite, per chi è fuori e per chi è rimasto a lavorare in fabbrica. Poli logistici finiti, chissà, in qualche catalogo cosmico. Tavoli ministeriali che si sono completamente arenati. La rassegna, purtroppo, si aggiorna e si fa sempre più impietosa.