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Salviamo la Smith: Disatteso l’accordo sulla formazione

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Le “accuse” dei sindacalisti all’azienda: «Da dicembre dello scorso anno in poi non è stato più portato avanti»

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Cecina

Autore: Andreas Quirici

«Questa crisi era già stata decisa da tempo. La chiusura della Smith è stata pianificata. Ma noi resisteremo un minuto di più dell’amministratore delegato, Giuseppe Muzzi. È lui l’autore di tutto questo, ingannando tutti, dai lavoratori al sindacato alle istituzioni». Parole di Andrea Pagni, figura storica della Rsu, riferendosi all’ad e citando un elemento che da queste parti reputano fondamentale per inquadrare il problema: l’accordo di programma per la formazione finalizzata alla creazione di posti di lavoro firmato con la Regione dall’azienda di Saline e poi disatteso. "L’avvisaglia della crisi", come l’hanno definita in molti. 193 agnelli sacrificali. L’ad è stato il bersaglio di tanti durante il consiglio comunale aperto al Persio Flacco, davanti a 500 persone, compresi ben 14 sindaci, oltre all’assessore regionale alle attività produttive, Gianfranco Simoncini. Ne ha parlato soprattutto chi lo ha conosciuto bene in questi anni. Pagni, nel suo intervento che, alla fine ha strappato addirittura la standing ovation, ha detto di Muzzi: «Poco tempo fa ha sottoscritto con la Regione un accordo di programma per la formazione, prendendo in giro anche il Comune e la Fondazione Cassa di risparmio di Volterra. Siamo l’agnello sacrificale sul tavolo degli azionisti. Per far alzare di un dollaro o due il valore delle azioni hanno messo sul piatto il futuro di 193 famiglie». Parole dure che hanno fatto da fil rouge alla serata. Anche un altro veterano della smith, Angelo Tani, che in più di una circostanza ha preso pubblicamente la parola, si è ripetuto anche al Persio Flacco: «Muzzi è una vergogna per il nostro territorio, perché è nato in questa zona, si è avvalso delle nostre competenze per fare una scalata all’interno della società e farla virare verso la situazione attuale. Portandoci in balia della fantapolitica, fatta di speculazioni finanziarie, giochi in Borsa e quotazioni del petrolio. Muzzi ci ha condotti in una multinazionale che è una scatola vuota come Schlumberger, capace di acquistare la Smith nel 2009 a 11 miliardi e 300 milioni per poi farla morire dopo pochi anni». Intrecci da Valdicecina. Tani, nel suo intervento, ha ripercorso la storia di questa azienda, partendo dalla Idris, fatta sorgere da un imprenditore di Bologna che, negli anni, ha portato la forza lavoro a 250 persone per poi rendersi appetibile per un colosso degli scalpelli, la Smith appunto. Tani ha ricordato Renato Renzulli, «l’amministratore delegato dai mille difetti, ma con la volontà di investire nel territorio e di consolidare la presenza della Smith in Valdicecina. Altro che Muzzi…». Un racconto appassionato e a tratti commovente di un passato glorioso, intrecciatosi con uno dei personaggi più in vista della zona, Augusto Mugellini, presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Volterra, che ha iniziato la sua carriera di ingegnere a 26 anni, proprio alla Smith. «Sono stato il primo ingegnere del posto assunto dalla Smith nel passaggio da Idris – ricorda – Mi ero appena laureato e l’azienda voleva professionisti del luogo per sviluppare un’attività fortemente legata al territorio. Guardando a quei tempi oggi, era davvero un’altra epoca». Mugellini è coinvolto con la storia di questa azienda anche per essere a capo dell’ente che ha finanziato con 32mila euro i corsi di formazione contenuti nell’accordo di programma firmato a luglio con la Regione da Smith e poi disatteso. «Pensavamo fossero soldi utili a creare posti di lavoro per giovani qualificati – dice allargando le braccia – Non dico che quei corsi non siano serviti a niente, ma ci siamo impegnati, su richiesta del Comune, proprio con l’obiettivo di migliorare il contesto occupazionale. Ma non è andata così». Cuore e business. Anche il sindaco di Volterra Marco Buselli, ha parlato di Muzzi ricordando un aneddoto vissuto insieme al suo collega di Pomarance, Loris Martignoni: «Durante una riunione sulla cassa integrazione, scherzando gli ho ricordato che era originario della Valdicecina, dove sicuramente ha un pezzo di cuore. La risposta che ci ha dato mi ha fatto gelare il sangue: il cuore è una cosa, il business un’altra. Da quelle parole avremmo dovuto capire che ci stavamo incanalando verso una crisi drammatica».