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Roma illuminata per Natale con energia cinetica e lampadine a led

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Il sindaco accende le luci natalizie della Capitale: l’albero al Campidoglio si alimenta con l’energia prodotta pedalando su una bici, le lampadine su via del Corso sono a led

Fonte: Eco dalle Città

Autore: Giorgia Fanari

Questa sera Roma ha inaugurato le luci natalizie del centro con l’accensione dell’abete in piazza Venezia, della bandiera arcobaleno della pace che corre su via del Corso e dell’albero di Natale del Campidoglio. Quest’ultimo ha una particolarità: le sue luci sono alimentate con l’energia cinetica prodotta pedalando su una apposita bicicletta. A pedalare per fornire l’energia necessaria ad accendere l’albero installato in piazza del Campidoglio c’erano il Sindaco di Roma Ignazio Marino, il vicesindaco Luigi Nieri, gli assessori all’Ambiente Estella Marino e alla Roma produttiva Marta Leonori e il portavoce Guido Schwarz. “Insieme al sindaco, la giunta e tanti cittadini e turisti curiosi ed entusiasti, abbiamo pedalato per alimentare parte delle luci che illumineranno l’albero stesso”, scrive Estella Marino su Facebook. “Quest’anno Roma Capitale sceglie un Natale un po’ più sostenibile, con la collaborazione di tutti!”.

L’albero, una volta interrotta la pedalata, rimarrà accesso utilizzando la scorta di energia immagazzinata mentre turisti, curiosi, chiunque lo desidera, potrà salire sulla bicicletta e fornire energia in più. Per quanto riguarda le altre luminarie, l’abete in Piazza Venezia, arrivato dal Molise, è illuminato da 30.000 lampadine a led ed è stato addobbato con la parola “Pace” tradotta in 20 lingue straniere. Anche le 672.000 lampadine colorate che sovrastano via del Corso per 1.600 metri formando una lunghissima bandiera della pace sono a led e si prevede un consumo complessivo di 60Kw. Via del Corso. “Da questa città arriva un messaggio universale di pace e di dignità. Via del Corso è dedicata a Nelson Mandela e ai tanti eroi che hanno dedicato la loro vita ai diritti alle persone e alla pace nel mondo”, ha detto Ignazio Marino