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Rocce calde secche, il sogno geotermico del Regno Unito

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Obiettivo: sprigionare il calore naturale che si trova sepolto oltre 4 km sotto la superficie della Gran Bretagna e rifornire elettricamente 5.000 abitazioni nella contea della Cornovaglia

Fonte: Rinnovabili.it

Autore: Rinnovabili.it

Suolo della Cornovaglia, da patrimonio dell’Unesco a promessa
energetica. L’aspettativa è quella di un team di ingegneri britannici
che nel giro di qualche mese inizierà a perforare la superficie della
contea per dare avvio al primo progetto di geotermia ‘commerciale’ del
Regno Unito.
I piani, svelati in questi giorni, prevedono di ricorrere alla tecnica
della realizzazione di serbatoi artificiali in rocce calde secche (HDR):
a differenza dei più noti impianti italiani in questo caso l’estrazione
del calore avviene creando in profondità, tramite idrofratturazione, un
sistema di serbatoi attraverso i quali fare circolare acqua fredda.
Quest’ultima, sotto forma di vapore, torna in superficie ad una
temperatura di 150 °C e cede la sua energia alla turbina del generatore
elettrico da 3MW. L’impianto pilota, del valore di 15 milioni di
sterline, sarà realizzato vicino all’ampia serra del Progetto Eden, a
cui sarà ceduto direttamente il calore di scarto del processo. A
regime, spiegano gli ingegneri, il generatore dovrebbe rispondere al
fabbisogno elettrico di 5.000 abitazioni. Primo progetto “commerciale”
per l’UK, secondo gli esperti potrebbe dare avvio ad una vera
rivoluzione energetica nel Regno Unito, anche in considerazione
dell’elevato potenziale ancora inutilizzato, immagazzinato nel granito
poroso della Cornovaglia.
Adeguati piani di sfruttamento porterebbero ad ottenere dalla geotermia
fino ad un decimo dell’energia necessaria ai britannici, fornendo nel
contempo un’alternativa ai discussi piani sull’eolico. Eppure sulla
tecnica dell’HDR
gravano ancora diversi dubbi; l’idrofratturazione in zone sismiche può,
infatti, indurre terremoti anche di grandi dimensioni e il potenziale
pericolo ha già fatto discutere dei pro e contro del progetto. Intanto
Guy Macpherson-Grant, managing director di EGS
Energia, ha lasciato le prime dichiarazioni affermando che i lavori
occuperanno un’area non più grande di uno stadio di calcio e che
l’obiettivo è di iniziare a produrre energia elettrica a partire dal
2012.

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