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Rinnovabili. Più forti senza sussidi pubblici

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Secondo le ultime previsioni di Bloomberg New Energy Finance, a spingere la crescita è proprio il calo dei costi, quello che nel 2012 ha falcidiato il settore, rendendo però le fonti rinnovabili sempre più competitive rispetto a quelle convenzionali.

Fonte: Corriere della Sera

Autore: DI ELENA COMELLI

 

Le fonti rinnovabili hanno risentito della crisi mondiale nel 2012, ma si stanno già risollevando. Gli investimenti annuali in energia verde triplicheranno da qui al 2030 e il 70 per cento della nuova potenza installata verrà da fonti pulite, secondo le ultime previsioni di Bloomberg New Energy Finance. A spingere la crescita è proprio il calo dei costi, quello che nel 2012 ha falcidiato il settore, rendendo però le fonti rinnovabili sempre più competitive rispetto a quelle convenzionali.
Oltre le previsioni
«La visione apocalittica dei costi della transizione verso le fonti pulite di energia non è più vera, grazie al crollo dei prezzi che ha scosso il settore — spiega Michael Liebreich, numero uno di Bloomberg New Energy Finance —. Tre anni fa avevamo previsto che il vento e il sole sarebbero diventati molto più economici, ma la realtà ci ha di gran lunga superati». I risultati dell’ultimo studio di Bloomberg, infatti, sono più ottimistici delle stime uscite solo un anno fa: la previsione sulla crescita delle fonti pulite, in termini di capacità installata, è stata rivista al rialzo del 25% e quella sugli investimenti annuali del 35%. In questo scenario, i finanziamenti alle fonti verdi passeranno dai 190 miliardi all’anno spesi nel 2012 ai 630 miliardi del 2030. Da qui ad allora, il 70% della nuova potenza installata sarà da fonti rinnovabili (idroelettrico incluso), il 25% da fonti fossili e il 5% da nucleare. A fare la parte del leone saranno eolico e fotovoltaico, che peseranno rispettivamente per il 30 e il 24% della nuova potenza. Questo significa che già alla fine del prossimo decennio, ben metà della potenza elettrica mondiale potrebbe venire dalle fonti rinnovabili. Un saggio di questo trend si è già visto in Europa nell’ultimo decennio: dal 2000 al 2012, le nuove installazioni di eolico e fotovoltaico sono arrivate a 166 gigawatt, contro i 121 gigawatt del gas. Negativo il saldo di carbone, olio e nucleare. Lo scorso anno, il 64% della nuova capacità elettrica installata è venuta da fonti rinnovabili, circa 30 gigawatt contro i 44 totali. Le previsioni di Bloomberg, quindi, non cadono dal cielo, anche se sono più ottimistiche di quelle dell’International Energy Agency, che attribuisce alle fonti pulite solo il 57% della nuova potenza installata da qui al 2030.
Prezzi in picchiata
Bloomberg tiene conto del recente terremoto dei prezzi, che ha portato giganti come Suntech alla bancarotta e come Vestas a perdite colossali. Mentre le aziende soffrono per la riduzione dei margini, i prezzi bassi rendono convenienti progetti d’installazioni che prima non lo erano e avvicinano il giorno in cui le fonti pulite saranno più attraenti delle fonti fossili, malgrado la fine degli incentivi. «È una stima forte, ma plausibile — commenta Guy Turner, il direttore scientifico di Bloomberg New Energy Finance —. Si traduce in una crescita annuale del 6,7% e molti settori sono cresciuti più di così in questa fase del loro sviluppo». Ma le spinte future saranno diverse da quelle che hanno fatto avanzare le fonti pulite fino ad oggi. «Il modello europeo dei sussidi pubblici verrà sostituito dalla nuova competitivita delle fonti pulite, che le stanno facendo diventare semplicemente un buon affare», prevede Turner. Non a caso il settore ormai è finanziato da grandi investitori, come Warren Buffett o Bill Gates, non più solo in chiave ambientalista, ma alla ricerca di buoni profitti sul lungo periodo. II sostegno del governo cinese ai produttori di celle fotovoltaiche sta continuando ad abbattere i costi del solare, mentre i produttori di pale eoliche costruiscono turbine sempre più grandi e più potenti, per ridurre le spese d’installazione. Importante, sottolinea lo studio, sarà l’integrazione delle fonti intermittenti e non programmabili, come fotovoltaico ed eolico, nel sistema elettrico. Serviranno investimenti consistenti in reti, accumuli e sistemi di gestione. Cresceranno, inoltre, gli investimenti nei Paesi emergenti, come il Nord Africa, il Medio Oriente, l’America Latina e l’Asia, dove le risorse naturali in termini di sole e di vento sono più abbondanti. Anche le lusinghe del gas a basso prezzo, aggiunge Liebreich, «si scontreranno con un futuro in cui i costi delle tecnologie per le fonti pulite caleranno ancora». E i costi in calo vincono sempre.