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Quinto conto energia, Clini: «Possibile una revisione»

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Il ministro dell’Ambiente ha annunciato l’intenzione di riesaminare i provvedimenti sulle rinnovabili sulla base del confronto con le Regioni. Alle richieste di modificare il testo dei decreti, intanto, si aggiungono quelle dei sindacati, che hanno scritto al presidente della Conferenza delle Regioni

Fonte: Eco dalle Città

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Si apre uno spiraglio sul futuro degli incentivi alle fonti rinnovabili. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha infatti annunciato che il confronto con le Regioni (previsto per giovedì 10 maggio, ndr) potrebbe portare a una revisione del Quinto conto energia per il fotovoltaico e del decreto sulle altre rinnovabili elettriche. «L’obiettivo della nuova analisi – ha precisato Clini a margine della Notte Verde del Nordest, evento sulla green economy che si è tenuto a Udine – è far sì che la produzione di energia da rinnovabili sia di supporto a un sistema di generazione e distribuzione diffusa, superando i fenomeni speculativi del passato».
Sembrerebbero dunque aprirsi nuovi margini sul contenuto dei decreti, dopo le proteste unanimi delle associazioni delle rinnovabili, le osservazioni dell’Anci e le perplessità di alcune amministrazioni regionali. Al coro delle richieste di modifica, tra l’altro, si sono aggiunte di recente anche le principali sigle sindacali, che hanno scritto al presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, al coordinatore degli assessori regionali all’energia, Massimo Giordano e, per conoscenza, al Governo, proprio per chiedere dei correttivi al Quinto conto energia e al provvedimento sulle rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico. «Sebbene le Organizzazioni sindacali convengano sulla necessità di ridurre in prospettiva il costo dell’energia sulla bolletta elettrica delle famiglie e delle imprese – scrivono Cgil, Cisl e Uil – non possono accettare però l’impostazione di contrapposizione con lo sviluppo delle rinnovabili e con la tutela dell’occupazione del settore delle rinnovabili».
I sindacati, come gli operatori del settore, temono che il taglio delle tariffe possa bloccare il mercato delle rinnovabili e assestare il colpo di grazia alle aziende già provate dalla crisi e soprattutto dall’incertezza normativa. Per questo i sindacati chiedono che le risorse per le rinnovabili non vengano ridotte in modo drastico, utilizzando magari le maggiori entrate per lo Stato provenienti dallo stesso settore dell’energia pulita o dalla vendita dei diritti di emissioni della CO2. Come altri soggetti prima di loro, Cgil, Cisl e Uil raccomandano inoltre di ripristinare il bonus per l’installazione di impianti fotovoltaici prodotti in Europa e quello per la sostituzione delle coperture in amianto con pannelli solari.
La lettera, ancora, suggerisce di differenziare le soglie per l’iscrizione obbligatoria al registro degli incentivi a seconda del soggetto titolare dell’impianto (famiglie, plurifamiglie o condomini), oppure di innalzare per tutti fino a 100 kW il tetto oltre il quale gli impianti dovranno essere registrati per accedere alle sovvenzioni statali. In ogni caso, secondo i sindacati dovrebbero essere esonerate le installazioni effettuate dagli Enti pubblici. Per quanto riguarda invece il decreto sulle rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico, Cgil, Cisl e Uil chiedono una una proroga «di uguale periodo al ritardo accumulato nell’emanazione del decreto ministeriale attuativo, il cui termine era settembre 2011». La lettera dei sindacati, infine, chiede di cancellare la dilazione del riacquisto dei Certificati verdi per il 2012 e il differimento al 1 luglio 2013 dell’avvio del meccanismo delle aste al ribasso, con l’innalzamento della soglia per impianti eolici, idroelettrici e geotermoelettrici sopra i 50 MW a fronte dei 5 attuali.