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Piancastagnaio. Floramiata: si attende l’ultima asta.

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Martedì 21 Febbraio, per la terza volta in dieci mesi, l’asta giudiziaria per la vendita dell’azienda florovivaistica con sede a Piancastagnaio.
Base d’asta abbassata fino 3,5 milioni di Euro.

Fonte: AmiataNews.it

Autore: Marco Conti

Il 21 Febbraio 2017 è ormai arrivato; mancano poche ore, il tempo di un fine settimana, per venire a sapere (a conoscere ci sarà tempo), come andrà a finire l’asta giudiziaria per la vendita di Floramiata, l’azienda florovivaistica con sede nel Comune di Piancastagnaio.

L’avviso pubblico ricorda che…
“Il liquidatore del concordato preventivo Società Agricola Floramiata S.p.a., Rag. Lando Franchi, ed il curatore del fallimento Società Agricola Floramiata Servizi S.r.l., Dott. Gianni Sismondi, rendono noto che, intendono cedere, ognuno per i propri diritti, ma unitariamente per l’intero, il complesso aziendale denominato “FLORAMIATA” svolgente attività florovivaistica e di vettoriamento di calore di natura geotermica, in comune di Piancastagnaio (SI) completi di beni immobili, impianti, macchine, attrezzature, mobili da ufficio, magazzini materie prime e di piante in accrescimento e quanto altro li correda, ivi compresi marchi, insegne e denominazioni, anche non registrati, che contraddistinguono l’attività.”  e che “La procedura di vendita si svolgerà mediante un esperimento di gara, regolato nel disciplinare di vendita, che si terrà di fronte al Giudice Delegato, dott.Cristian Soscia, il giorno 21/2/2017 alle ore 12,00 presso il Tribunale di Siena, via di Camollia 85.”

Dopo due tentativi non andati a buon fine (quello del Maggio e del Luglio 2016), sembrerebbe che il prossimo martedì, il 21 appunto, dovrebbe avvenire l’acquisto della più importante azienda tra quelle nate all’inizio degli anni 80 e simbolo dell’ormai sepolto progetto Amiata.
Una cordata di imprenditori, di cui si conoscono, in parte alcuni dei nomi, (Nino Barile, che opera in Puglia e Alberto Dainelli, florovivaista nel pistoiese), sembra essere ormai essere l’aggiudicataria dell’asta, al punto che molta stampa, già dalle settimane passate, la dà con le chiavi in mano del cancello verde d’ingresso del grande complesso industriale.
Noi ci siamo voluti andare un po’ cauti, una scelta che, crediamo, ci abbia contraddistinto in questi 15 mesi difficili, molto difficili per tutti. Forse perché la nostra redazione “nasce e vive” proprio a Piancastagnaio e, dunque, ha vissuto e vive questa vicenda, in maniera anche emotiva, vista la conoscenza diretta dei dipendenti (fissi e stagionali) Floramiata e delle loro famiglie, delle istituzioni e anche delle imprese coinvolte nell’indotto, nei crediti e nei debiti. Ed anche delle banche.
Dall’Ottobre 2015, con circa 60 articoli e decine di video con interviste, assemblee pubbliche e conferenze stampe, abbiamo cercato di informarvi sull’evoluzione e sulle stagnazioni che hanno caratterizzato l’evoluzione dell’azienda, cercando di dare voce a tutti e a tutto, pur sapendo, sin dall’inizio, che la via era pressoché segnata. Il lavoro da fare era percorrerla con meno dolore possibile pur facendo un po’ di male (vedi gli operai stagionali), sfruttando tutte le deroghe e le possibilità previste dalle normative che regolano i contratti di lavoro, le procedure fallimentari e tutto quel che era possibile fare nelle inienzioni di chi doveva e deve decidere. Lavoratori, regione, amministratori pubblici, sindaci, politici, sindacati, liquidatori, tribunali, imprenditori e la società amiatina, comunque coinvolta, ci han messo del loro; un “Caronte” tra gli inferi del fallimento nella speranza di divenire una “Beatrice” e un “Bernardo” in quel che ci auguriamo possa essere finalmente un “paradiso” per tutti.

Lunedì la base d’asta sarà di 3,5 milioni di Euro; un “tutto compreso” ben lontano da quello del del Luglio passato, quando la cifra di partenza fu più di tre volte più alta (qualche motivazione di “abbuono” ci sarà pur stato da qualche parte). Non vogliamo entrare nei motivi di questa riduzione “a saldo” che nella cifra a base prevede l’acquisto delle infrastrutture (3 milioni di Euro) e dei magazzini (500 mila Euro), inclusi i rapporti di lavoro dei dipendenti attualmente in forza, compresi gli agenti commerciali, con la condizione che saranno almeno 75 i lavoratori in forza nella nuova azienda.

Staremo a vedere cosa accadrà in questa attesa di un febbraio primaverile, che fa venire alla mente nuove piante e fiori, per un acquisto che appare ormai certo e che speriamo risolutivo; un raggio di sole in una perturbazione che dovrà ancora passare sull’Amiata con tutti i suoi effetti.
Confidiamo che i nuovi assetti e gli equilibri socio-politici-imprenditoriali che si verranno a creare in un’area di crisi riconosciuta dalle stesse istituzioni regionali, diano serie motivazioni di sviluppo locale e collettivo, in una prospettiva da concretizzarsi più che brevemente, ben lontana da quelle miopi ideologie e progettazioni che portarono alla creazione del Progetto Amiata, a danno di ambiente e privo di infrastrutture, tanto per dire due degli aspetti fallimentari, che dovrà valutare attentamente anche un nuovo coinvolgimento unito e responsabile dei nuovi amministratori locali e di chi gestisce l’energia, ma anche quello degli imprenditori e delle risorse amiatine che sono eccellenza e che avrebbero anche il diritto di essere ascoltate e prese ad esempio.
Floramiata è stato e rimane un caso di valenza anche internazionale, che diventi motivo di prospettiva nella ricerca, di nuove infrastrutture compresa la telecomunicazione e nella formazione dei giovani, aiutati da chi è veramente capace di aiutare.

Auguri a tutti, a tutti noi.

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