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Lo sviluppo dei sistemi di accumulo di energia rinnovabile

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I sistemi di stoccaggio sono necessari per avere a disposizione potenza da distribuire anche quando la produzione elettrica non è sufficiente a soddisfare la domanda o quando la richiesta nazionale supera le possibilità di generazione

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

La Germania ha di recente inaugurato un impianto di stoccaggio per l’energia elettrica  da 5 MW di capacità con cui sarà possibile accumulare la produzione da fonti rinnovabili in eccesso. Costruita dalla Wemag AG, la centrale di stoccaggio è grande come una palestra scolastica e in grado di contenere circa 25.600 celle al litio-ossido di manganese per un valore complessivo del progetto di circa 6 milioni di euro. L’impianto servirà a supportare l’immissione in rete di energia da fonti rinnovabili, evitandone la dispersione e aumentando così la fornitura proveniente da fonte eolica e solare.
Uno dei problemi che viene indicato nell’utilizzo delle fonti rinnovabili è, infatti, la discontinuità, che non vale per tutte le fonti ma in particolare per il fotovoltaico e l’eolico.
E’dunque importante lo sviluppo di forme di stoccaggio dell’energia prodotta per poterla utilizzare nei momenti in cui la fonte –sole o vento che sia- non è disponibile, garantendo l’eliminazione degli sprechi per il mancato utilizzo dell’energia elettrica prodotta in eccesso e la gestione razionale della fluttuazione della fornitura.
Con le centrali di stoccaggio, la rete ha la garanzia di avere a disposizione potenza da distribuire anche quando la produzione non è sufficiente a soddisfare la domanda o quando la richiesta nazionale supera le possibilità di generazione.
Una tecnologia, quella dello stoccaggio, che seppur decisiva per la sicurezza energetica degli stati, presenta però ancora costi elevati che ne rallentano la diffusione.
Il valore globale dello stoccaggio -secondo i dati Fiamm- sarebbe di   7,5 miliardi al 2020,  suddivisi in tre mercati di riferimento, di  cui la maggior parte (4,9 miliardi) derivati dai servizi di rete.
Un mercato –spiega Fiamm- che in Italia interessa soprattutto le aziende come Terna, che gestiscono la rete ad alta tensione e gran parte dell’eolico italiano, e all’Enel che gestisce quella media.
Risulta importante, anche se meno ricco rispetto ai servizi di rete, il mercato dello stoccaggio off grid, ovvero, fuori rete, che, sempre secondo gli analisti di Fiamm, arriverà a 1,6 miliardi nel 2020.
«Si tratta -spiega Nicola Cosciani, Amministratore Delegato di Astron FIAMM Safety Spa- di un mercato che interessa le zone dove l’energia non arriva. Ad esempio, i rifugi di montagna, le aree desertiche o sperdute». Tutti luoghi che non potendo rifornirsi con la rete, al momento sono servite, nel 99% dei casi, dai generatori diesel. «Questi generatori -puntualizza Cosciani -non solo inquinano, ma fanno rumore e costano tanto».
Ancora più ottimistiche le previsioni per il futuro di questi sistemi di stoccaggio sono quelle  del centro di ricerca Boston Consulting Group (BCG), che ha recentemente pubblicato il rapporto “Revisiting Energy Storage”, in cui si afferma che la quota di mercato potrebbe arrivare a 10 miliardi di euro al 2020 .
Lo studio  ha preso in considerazione otto differenti sistemi di accumulo di energia e li ha combinati con le diverse tecnologie –assumendo i costi al 2015-2020 senza considerare eventuali forme di incentivi- ed è giunto alla conclusione che il settore delle tecnologie di stoccaggio dell’energia elettrica rappresenta un’importante opportunità di business sia per le utilities, sia per gli operatori presenti sulla filiera (ad esempio i fornitori di materie prime), sia per gli investitori quali i fondi di investimento.
Secondo i ricercatori del BCG, assumendo un incremento di produzione elettrica del 20% da fonti quali l’eolico e il fotovoltaico, sarà necessaria una capacità di compensazione di circa 30-40% della domanda energetica media.
Lo studio pone l’attenzione sui sistemi di stoccaggio dell’energia che giocheranno un ruolo cruciale nella gestione delle fluttuazioni dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili a livello mondiale e che saranno rappresentati da un mix di tecnologie.
Tra queste vengono indicati sempre ai primi posti, in termini di capacità installata, i sistemi di pompaggio idroelettrico ma anche altre  tipologie di sistemi di accumulo stazionari diventeranno significativamente importanti nell’intero sistema, grazie alla loro flessibilità, soprattutto per applicazioni di ridotte dimensioni e in aree decentralizzate.
Per le batterie, il loro successo, viene messo in relazione alla riduzione dei costi delle tecnologie, prevista per i prossimi anni; a breve termine si ipotizza anche un discreto sviluppo per i sistemi di accumulo ad aria compressa (CAES – Compressed Air Energy Storage), particolarmente adatti per impianti centralizzati di generazione elettrica, che  hanno il vantaggio di richiedere un costo di investimento relativamente ridotto e rappresentano quindi una soluzione tecnologica plausibile per il prossimo futuro.