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L’esperimento dell’Enel nel Nevada: utilizzare anche le temperature più basse

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Nel 1904, grazie al principe Piero GinoriConti, si è iniziato ad utilizzare l’energia dei soffioni di Lardarello per la generazione di energia elettrica.

Fonte: La Repubblica – Affari & Finanza

Autore: p.fel.

Oltre al primato storico, l’Italia vanta in Toscana uno dei più grandi complessi geotermici del mondo, con 32 impianti e una produzione annua di circa 5 miliardi di kWh. Questa leadership ha favorito il consolidamento di una expertise made in Italy in una tecnologia energetica a zero emissioni e alto rendimento. Ora l’Enel Green Power propone progetti "chiavi in mano" attraverso la gestione diretta di tutta la catena del valore: dalla fase esplorativa a quella della realizzazione fino alla gestione dell’impianto, manutenzione inclusa.

I progressi compiuti dalla tecnologia permettono oggi di ampliare lo scenario delle applicazioni per la generazione di elettricità, sfruttando i fluidi caldi provenienti non solo dei campi a vapore o acqua ad alta entalpia ma anche attraverso la valorizzazione di siti con risorse a più bassa temperatura, molto più diffusi sul pianeta. La stessa Enel Green Power è andata nel lontano Nevada per realizzare due impianti per complessivi 65 MW lordi, che ora può utilizzare come impianto pilota per lo sviluppo di nuove tipologie. Con la collaborazione scientifica del Politecnico di Milano e del Mit di Boston, gli ingegneri del gruppo hanno realizzato un prototipo di reattore "binario supercritico" per lo sfruttamento ad alta efficienza e bassa temperatura e la possibilità di riutilizzo del calore in eccesso. La sua riuscita è stata confermata dall’aggiudicazione di 60 milioni di dollari di incentivi dello Stimulus Plan di Obama.

Oltre che negli Stati Uniti, il gruppo sta capitalizzando il suo knowhow con progetti in America Latina ed Europa. In particolare, è stato siglato l’accordo con il partner turco Uzun per esplorare le potenzialità di 142 licenze geotermiche nella zona occidentale della Turchia. L’azienda italiana è il primo investitore estero a operare nel settore dell’esplorazione geotermica in Turchia dove la capacità installata ammonta attualmente a 86 MW realizzati e gestiti da operatori locali, che il governo turco spera di incrementare a 600 MW nei prossimi 5 anni. Stanno per iniziare le prospezioni geologiche e geochimiche, i campionamenti e analisi di gas, acque, rocce e incrostazioni, la pianificazione di indagini geofisiche. Se saranno positive, si stima che entro il 2015 entreranno in funzione 100 MW di capacità geotermica.

«Per espandere la quota del geotermico nel mix delle rinnovabili, si sta lavorando anche per rendere più affidabili i metodi di valutazione delle risorse, per incrementare l’efficienza degli impianti e la durata degli acquiferi, l’uso in condizioni estreme di temperatura, salinità, pressione, e per ridurre ulteriormente il già modesto impatto ambientale», spiega Francesco Starace, Ad di Enel Green Power. Allo studio sono anche impianti geotermici ibridi, abbinati al solare e biomasse.