Home Cosvig La Toscana si mobilita contro il decreto sulle rinnovabili

La Toscana si mobilita contro il decreto sulle rinnovabili

483
0
CONDIVIDI
La Toscana si mobilita contro il decreto sulle rinnovabili
Cgil, Cna e associazioni di categoria accolgono l’appello alla Protesta del governatore Rossi

Fonte: L’Unità-Toscana

Autore: SONIA RENZINI

La risposta toscana al decreto Romani sulle energie rinnovabili ormai si riassu­me con una sola parola: mobilitazione. La chiede il presi­dente della Regione Enrico Rossi, la sollecita il segretario regionale della Cgil Alessio Gramolati, la vuo­le il presidente regionale di Cna Valter Tamburini che su questo ha inviato una lettera ai parlamentari toscani e stamani ne consegnerà una uguale al prefetto di Firenze. La auspicano, insomma, tutte le parti in causa, dall’Uncem all’Unio­ne industriali di Prato al presiden­te della provincia di Grosseto Leo­nardo Marras.
Il governatoredella Regione ha appena finito di lanciare il suo ap­pello "a tutta la Toscana, a istituzio­ni, forze sociali imprenditoriali, sin­dacali e di categoria per una mobili­tazione e una protesta contro il de­I decreto» che ecco arrivare in massa le adesioni. La ragione è semplice e la dice chiara e tonda il presidente Cna Tamburini: "Sono almeno 20mila i posti di lavoro in pericolo nelle imprese edili e impiantistiche che lavorano su fotovoltaico, pannel­li solari e certificazione energetica degli edifici. Ad alcune aziende sono già stati annullati lavori di notevole entità».
Eccola qua la spiegazione della rabbia che sta montando di ora in ora in tutte le categorie produttive. Se il provvedimento non verrà modi­ficato e presto sono a rischio migliaia di imprese e decine di migliaia di lavoratori nella nostra regione. I primi a essere stati colpiti sono i 370 dipendenti della Isi, ex Electrolux: con un tempismo perfetto il governo è riuscito a far saltare il passaggio di proprietà dell’azienda alla Easy Green di Sebastiano Gattorno, ed era un’operazione messa a punto do­po mesi lunghissimi e faticosissimi. Ma è solo l’inizio, il direttore della Power One Giuseppe Ricci, a capo della multinazionale americana con sede a Terranuova Bracciolini (Ar), ha dichiarato: «Se non cambiano il testo saremo costretti ad abbandona­re l’Italia. Oltre 1300 lavoratori per­deranno il posto». E il presidente del­la provincia di Grosseto Leonardo Marras parla di pericolo per 300 aziende che lavorano con il fotovol­taico nel grossetano.
Giusto per soffermarsi sui grandi numeri, poi ci sono le piccole realtà. Ieri un imprenditore agricolo di Campagnatico, che sta costruendo due capannoni con impianto fotovol­taico, ha scritto al presidente Rossi di non potere più accedere ai 555mi­la euro finanziati dalla banca perché questa ha pensato bene di bloccare il finanziamento all’indomani del de­creto. Insomma, è uno sfacelo. «Non si spegne il sole per decreto – dice Gramolati – e non ci tranquillizzano nemmeno i 20 giorni di tempo presi dal ministro per la definizione degli incentivi. 20 giorni sono tanti per chi ha deciso di investire e rischiano di fare la differenza fra sviluppo sostenibile e declino, fra lavoro e disoc­cupazione». Infine, il vicepresidente dell’Unione industriale pratese Riccardo Matteini conclude: «Per colpi­re gli scorretti si penalizzano gli inve­stimenti di tutti».