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La Regione Toscana stoppa i progetti di ToscoGeo

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L’assessore all’ambiente e all’energia Anna Rita Bramerini risponde alle richieste del Comitato Ambiente Amiata spiegando l’iter cui sono sottoposte le richieste di permessi di ricerca nel settore geotermico.

Fonte: Corriere di Siena

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"In relazione alla sua osservazione inviata il 29 luglio scorso via email, si fa presente quanto segue. I116 giugno, il settore Valutazione impatto ambientale della Regione Toscana ha avviato il procedimento di verifica di assoggettabilità, relativo alle attività di ricerca da svolgersi all’interno del permesso di ricerca per risorse geotermiche Bagnolo, progetto proposto da ToscoGeo s.r.l", scrive l’assessore regionale all’Ambiente e Energia Annarita Bramerini al portavoce del Comitato Ambiente Amiata Alvaro Gora. "I comuni interessati sono Santa Fiora (Gr), Abbadia San Salvatore (Si) e Piancastagnaio (Si). Il procedimento si è concluso con il decreto n. 3786 del 12 settembre 2011. L’istruttoria tecnica finalizzata alla predisposizione del suddetto decreto ha tenuto in considerazione la sua osservazione, nonché i pareri ed i contributi tecnici acquisiti dai soggetti interessati dal progetto in esame. In particolare è stato tenuto di conto della presenza del vincolo paesaggistico nell’area oggetto di ricerca, del parere del comune di Abbadia San Salvatore e della concessione mineraria di cui il medesimo comune è titolare dal 2008. Per l’eventuale conferimento del permesso di ricerca, sarà indetta una conferenza dei servizi, cui saranno invitate a partecipare tutte le amministrazioni competenti, territorialmente interessate, nella quale verranno espresse, fra l’altro, valutazioni relative alla capacità tecnica ed economica dell’operatore interessato". E, di seguito. "Se verrà stabilito di conferire il permesso di ricerca, il decreto di conferimento limiterà la possibilità di svolgere le attività previste dal programma dei lavori solo a quelle espressamente escluse dalla necessità di Via, quindi a quelle per le quali non sono previsti impatti sull’ambiente. Un esempio di tali attività è rappresentato dalle indagini geoelettriche (si tratta dello stendimento temporaneo di cavi sul terreno e della misurazione dell’andamento del flusso di corrente attraverso strati superficiali del suolo stesso), dai rilievi gravimetrici e magnetici (misura dell’accelerazione della gravità terrestre e delle variazioni locali del campo magnetico terrestre, tramite strumenti portatili appoggiati sul terreno), dai rilievi geochimici (analisi chimiche su campioni di acque prelevati nella zona in esame e nelle zone limitrofe all’area richiesta): attività di questo tipo assieme ad altre, non invasive e non impattanti dal punto di vista ambientale, permettono di raccogliere informazioni circa le caratteristiche geologiche del suolo sottostante e la possibilità che possano essere presenti risorse geotermiche". "Solo al termine dell’attività di ricerca nel suo insieme, generalmente della durata minima di 4 anni, che comprenderà anche le indagini più approfondite, e nel caso in cui venisse reperita una risorsa sfruttabile, che sarà "riconosciuta" tale dall’autorità competente con uno specifico atto, la società interessata potrà presentare una istanza di concessione di coltivazione, che sarà comunque preventivamente oggetto di una approfondita procedura di valutazione di impatto ambientale. Relativamente alla richiesta di mettere in atto una "moratoria" riguardo le autorizzazioni ad attività di ricerca della risorsa geotermica sul territorio amiatino, si fa presente che, a parte il recente decreto di riforma in materia di geotermia (il D.Lgs.n.22 dell’ll febbraio 2010) che, di fatto, liberalizza la possibilità di richiedere permessi di ricerca sull’intero territorio regionale, da parte di società interessate che abbiano idonee caratteristiche tecniche ed economiche, la moratoria non risulterebbe tecnicamente possibile, data la natura della risorsa che, per legge nazionale, riveste interesse di pubblica utilità".