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La geotermia vista da Monia Monni, nuovo assessore all’Ambiente della Regione Toscana

«È un elemento imprescindibile nel nostro modello di sviluppo sostenibile. I margini di sviluppo ci sono e abbiamo intenzione di utilizzarli tutti». Ma è essenziale investire in una migliore informazione per «recuperare un rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni»

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«È un elemento imprescindibile nel nostro modello di sviluppo sostenibile. I margini di sviluppo ci sono e abbiamo intenzione di utilizzarli tutti». Ma è essenziale investire in una migliore informazione per «recuperare un rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni»


Nella nuova Giunta Regionale toscana è Monia Monni la nuova assessora all’Ambiente, Economia Circolare, Difesa del Suolo, Protezione Civile e Lavori Pubblici, cui sono state affidate numerose deleghe: economia circolare, difesa del suolo, protezione civile e lavori pubblici, con delega a: transizione ecologica e sviluppo sostenibile; efficienza energetica e promozione delle fonti rinnovabili; contrasto e adattamento ai cambiamenti climatici; tutela dell’ambiente dall’inquinamento; gestione del ciclo dei rifiuti; bonifiche dei siti inquinati; parchi, aree protette e biodiversità; valutazione di impatto ambientale e valutazione ambientale strategica; autorizzazioni ambientali e energetiche; prevenzione rischio sismico; difesa del suolo e servizio idrico integrato; servizio geologico, ideologico e politiche per contrastare l’erosione costiera; sicurezza delle miniere; lavori pubblici; protezione civile.

Un ruolo di ampia responsabilità dunque, centrale per costruire un percorso di sviluppo sostenibile che sia in grado di offrire una prospettiva coerente con una ripresa post-Covid in grado di durare nel tempo.

In questo contesto, il nuovo Programma di governo regionale individua nella geotermia una risorsa rinnovabile su cui puntare in modo deciso: su questo fronte tra gli «obiettivi chiari e stringenti» c’è quello di «coprire l’intero fabbisogno energetico elettrico con fonti rinnovabili al 2050 (ad oggi è pari al 50%)» ricorrendo in particolare alla geotermia, che «rappresenta per la Toscana una realtà importante per l’occupazione, lo sviluppo tecnologico e la produzione energetica».

In che modo? Per capirne di più il quotidiano greenreport.it ha dedicato una lunga intervista all’assessora Monni: riportiamo di seguito integralmente gli stralci dedicati in particolare alla geotermia.


Un capitolo fondamentale del Programma di governo riguarda la crisi climatica: si parla di emissioni nette zero e 100% di elettricità da rinnovabili entro il 2050, ricorrendo in particolare alla geotermia. Da almeno 200 anni è questa la fonte rinnovabile che più di ogni altra caratterizza il nostro territorio: pensa ci siano ancora margini di sviluppo?

Assolutamente sì.

Non pensiamo solo alla geotermia, però è evidente che questa risorsa è una nostra caratteristica, perché in Toscana è dal 1904 che si produce elettricità da fonte geotermica.

Questo ovviamente dipende dalle caratteristiche eccezionali del nostro sottosuolo, non è che siamo bravi, abbiamo questa fortuna ma abbiamo saputo anche sfruttarla.

La geotermia è una fonte energetica carbon neutral e attualmente copre più del 70% dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili nella nostra regione.

Quindi è chiaro che è un elemento imprescindibile nel nostro modello di sviluppo sostenibile.

I margini di sviluppo ci sono e abbiamo intenzione di utilizzarli tutti.

Lo sviluppo del comparto però è da tempo frenato a causa dello stop agli incentivi causato dal FER1, e la scadenza delle attuali concessioni al 2024 non aiuta a fornire un quadro di riferimento stabile per gli investimenti. Come intende muoversi la Regione su entrambi i fronti?

In continuità direi, perché la Giunta passata ha dato grande centralità alla risorsa geotermica assumendo anche posizioni molto forti e decise nei confronti del Governo nazionale; ha richiesto infatti l’inserimento della fonte geotermica nel FER2, e noi adesso dobbiamo lavorare in continuità rilanciando con maggiore forza questa richiesta, in particolare proprio in funzione della scadenza delle concessioni al 2024.

Faremo comprendere al Governo che la geotermia rappresenta certo una particolarità Toscana, ma può diventare un vero e proprio fattore di sviluppo per l’intero sistema-paese. Io sono molto ottimista su questo.

Il varo del FER2 però è già slittato più volte, nonostante le rassicurazioni del Governo. C’è una nuova deadline?

Non ancora, ma ci stiamo lavorando.

Sulle concessioni invece, Enrico Rossi un anno si disse favorevole a una proroga ad Enel in cambio di investimenti e miglioramenti ambientali. Pensa sia un’opzione da perseguire?

Dobbiamo ancora discuterla però è sicuramente un’opzione sulla quale lavoreremo.

Nonostante gli indubbi benefici legati alla sua coltivazione, la geotermia è ancora oggi vittima costante di attacchi Nimby e Nimto. Si tratta di un problema più generale, che riguarda anche le altre rinnovabili come pure l’economia circolare, in tutta Italia. Alla base sembra esserci una sfiducia di fondo verso le istituzioni e – secondo l’ultima edizione dell’Osservatorio nimby forum – per contrastarla occorre investire in migliore informazione e comunicazione: crede sia una lettura corretta?

Io ne sono assolutamente convinta.

Credo che per recuperare un rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni questo sia tra gli elementi essenziali, e forse uno dei più importanti.

Sarà sicuramente una priorità del mio mandato.

Ma quelli dello sviluppo sostenibile sono temi complessi, e per fare buona informazione sono indispensabili anche giornalisti ben formati.

Recuperare fiducia significa poi investire in trasparenza: questo significa anche mettere a disposizione, senza filtri, tutta l’enorme mole di dati ambientali che abbiamo a disposizione – e io apprezzo moltissimo il lavoro che ARPAT sta facendo in questo senso e lo strumento della Relazione sullo stato dell’ambiente che abbiamo messo in campo per fornire un quadro ancora più completo –, ma poi questi devono anche essere resi comprensibili.

Infine è centrale promuovere una partecipazione reale della cittadinanza.