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In Spagna i geologi chiedono di inserire la Geotermia a bassa entalpia nei regolamenti edilizi.

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Il Governo annuncia che dal 2020 tutti nuovi edifici dovranno avere impatto energetico zero, mentre in Galizia la Giunta regionale vuole trasferire le competenze sulla bassa entalpia dalla normativa del settore minerario a quello degli impianti termici.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

L’energia geotermica a bassa entalpia può coprire fino al 70% del fabbisogno energetico di una famiglia media spagnola. Grazie al potenziale energetico presente nel sottosuolo iberico si possono soddisfare le necessità di riscaldamento e raffreddamento degli ambienti, nonché di acqua calda per uso residenziale, come hanno dimostrato gli esperti dell’Associazione dei geologi spagnoli durante una giornata di studio, dal significativo titolo “¿Y A MI CUÁNTO ME CUESTA LA GEOTERMIA?” (“Quanto mi costa la Geotermia?”) svoltasi alla Fiera Internazionale per l’Energia e l’Ambiente, ”Genera 2015”, che si è appena conclusa a Madrid. “Genera” è una delle più importanti manifestazioni del Mediterraneo sul tema della sostenibilità ambientale e ha visto la partecipazione di 256 aziende provenienti da 18 Paesi; quest’anno, all’interno della Fiera, sono stati presentati 19 progetti di innovazione nel campo dell’efficienza energetica.

In Spagna il settore delle fonti rinnovabili contribuisce con un fatturato di circa 9,5 miliardi di euro al PIL del Paese, e al riguardo, il presidente del Collegio dei Geologi (ICOG), Luis Suarez, ha detto che "l’energia geotermica è economicamente sostenibile nel medio e lungo termine ed è una delle fonti rinnovabili più compatibili dal punto di vista ambientale". Per questo motivo, Suarez ha chiesto di valorizzare la geotermia superficiale (o bassa entalpia) e promuovere la formazione di persone che possano lavorare in questo settore, in particolare installatori e manutentori. Inoltre, il presidente dell’Associazione dei geologi ha sottolineato la necessità di includere nella prossima revisione delle “valutazioni obbligatorie del codice di costruzione” (l’equivalente del nostro regolamento edilizio) delle norme che prevedano l’utilizzo del potenziale geotermico nelle nuove costruzioni.

Da parte sua, il direttore generale dell’Associazione delle Energie Rinnovabili (APPA), Jaume Margarit, ha detto che il costo dell’investimento iniziale non è indifferente per le imprese e per i residenti che vogliono prevedere gli impianti geotermici nei propri edifici e per questo è stato chiesto al Governo un supporto più chiaro, "non solo attraverso aiuti finanziari", ma anche attraverso la rimozione di barriere e ostacoli ai progetti e iniziative in questo campo, soprattutto in materia di semplificazione amministrativa. Ritornando all’impatto economico di questa tecnologia la stessa Associazione, nell’intervento del suo presidente Daniel Muñoz, ha tenuto a sottolineare tuttavia come "l’energia geotermica potrebbe contribuire a ridurre il costo delle bollette delle famiglie del 45%".

Juan Van Halen-Rodriguez, a capo della Direzione generale Architettura, Edilizia e Territorio presso il Ministero dello Sviluppo, ha sottolineato l’importanza delle energie rinnovabili per ridurre la dipendenza energetica della Spagna ed ha annunciato un impegno preciso del Governo: "Nel 2020 tutti i nuovi edifici dovranno avere un impatto energetico pari a zero e quindi anche una fonte rinnovabile quale la geotermia dovrà avere un ruolo molto importante per raggiungere questo obiettivo”.

In contemporanea a Madrid, in Galizia, nel nord della Spagna, l’Assessore all’Economia e Industria della Giunta regionale, Francisco Conde, durante un incontro con l’ordine degli ingegneri e con le associazioni di categoria ha annunciato come l’Amministrazione stia lavorando ad un disegno di legge che, al fine di favorire lo sfruttamento della bassa entalpia, trasferisca le competenze normative su questa fonte energetica dalla legge mineraria a quella sugli impianti termici. L’Assessore ha ricordato come proprio in Galizia la bassa entalpia abbia interessato ben 800 impianti, rappresentando il 35% delle autorizzazioni rilasciate su base nazionale.