Potrebbe sembrare strano, ma in materia di geotermia, il paese che ultimamente sta facendo più clamore è il Messico. In questo caso torniamo a parlarne anche noi perché il Governo federale di Enrique Peña Nieto ha lanciato sul mercato le prime offerte di evidenza pubblica riguardanti la produzione geotermoelettrica (con scadenza entro il mese di agosto), secondo le informazioni fornite dall’agenzia BNamericas a seguito della conferenza stampa del sottosegretario all’energia, César Hernández, aprendo così ufficialmente al settore privato. “L’investimento totale nel settore potrebbe raggiungere 14 miliardi di dollari fino al 2018 grazie alla riforma energetica” ha dichiarato Hernández.
Secondo quanto già dichiarato a febbraio scorso da un esperto indiscutibile del settore come Chris McCormick di Reykjavik Geothermal, il potenziale geotermico del Messico è più grande di quanto inizialmente ipotizzato dal governo nei suoi studi (in particolare dall’Autorità sull’Elettricità CFE e dal Dipartimento dell’Energia Sener).
Un percorso, quello geotermico, che si è dipanato abbastanza lentamente a causa della iniziale indisponibilità di capitali da parte della stessa CFE e che ora pare ripartire proprio grazie all’apporto di risorse economiche provenienti da nuove partnership pubblico/private.
Peraltro le stime di inizio anno da parte di Luis Carlos Gutiérrez Negrín, presidente della Mexican Geothermal Association (AGM), parlavano di una crescita stimata nel settore del 40% entro il 2020, portando investimenti per 1,6 miliardi di dollari americani e la potenza elettrica a oltre 1,4 GW.
Il Messico ha attualmente tre centrali geotermiche elettriche in esercizio: Los Humeros, nello stato di Puebla, Cerro Prieto (Baja California), il più grande in America Latina, e Las Tres Virgenes (Baja California Sur). C’è poi l’impianto da 50MW di Azufres III, nello stato occidentale di Michoacan, che dovrebbe entrare in esercizio entro la fine di quest’anno.
L’apertura del mercato ai privati comporta anche una riorganizzazione della stessa Autorità Federale dell’Elettricità (CFE). “La ristrutturazione del mercato energetico si svolgerà nei prossimi mesi, al fine di ottimizzare le proprie operazioni con divisioni dedicate ad ogni specifico settore”, ha detto il sottosegretario César Hernández. “Il Governo è convinto che il settore elettrico saprà attrarre investimenti per almeno 2 miliardi di pesos (circa 131 milioni di dollari) in quote partecipative da qui al 2028, periodo in cui la stima di crescita di domanda nazionale di energia elettrica sarà tale da richiedere un aumento considerevole della capacità di generazione. CFE, infatti, prevede di aumentarla a 66 GW nei prossimi 15 anni”.