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Il 2014 nei dati GME: boom di rinnovabili e calo storico del PUN

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Domanda elettrica ai minimi storici e consolidamento dell’offerta rinnovabile che comprime lo spazio per la generazione termoelettrica. Questo il quadro che emerge dalla Relazione Annuale 2014

Fonte: rinnovabili.it

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Come è cambiato il panorama energetico italiano nel 2014? Alla domanda risponde il rapporto annuale del Gestore dei Mercati Energetici (GME) che come di consueto offre una puntuale panoramica sia dei principali risultati dei mercati dell’energia, del gas e delle rinnovabili, sia delle attività e dei progetti in ambito nazionale e internazionale che lo hanno visto coinvolto. Il quadro che ci regala è quello del consolidamento di un trend caratterizzato da calo dei consumi, dall’esplosione delle rinnovabili e dagli effetti generati dalle nuove produzioni non convenzionali di greggio e gas sui mercati dei combustibili, con il crollo del carbone, il disancoraggio dei prezzi gas dal petrolio e la loro convergenza verso il TTF Title Transfer Facility (il più importante punto di scambio continentale per il mercato del gas naturale in Europa).

Tra i dati più interessanti del documento, sicuramente quello inerente le green energy la cui espansione procede ora a passi più ridotti rispetto agli anni precedenti ma pur sempre con un certo ritmo (+10%) e il cui impatto ha definitivamente stravolto sia il settore del gas che quello del power.

I volumi provenienti da impianti rinnovabili hanno superato per la prima volta le vendite degli impianti a ciclo combinato; la crescita green appare trainata dalle fonti idraulica e solare che, con incrementi in doppia cifra sul 2013, salgono ai massimi storici pari rispettivamente a 51 e 30 TWh. Si intensifica così il processo di progressiva erosione dello spazio di mercato del parco termoelettrico. In quest’ultimo mercato le FER hanno raggiunto il 36% delle vendite, con picchi anche del 50% nelle singole zone, rendendosi responsabili del collasso del rapporto tra prezzi di picco e fuori picco (ormai stabilmente ai minimi europei di 1,2, contro l’1,7 nel 2008).

Il PUN italiano, attestatosi attorno a 52, 08 €/MWh (valore più basso mai raggiunto dall’avvio del mercato), si conferma ancora elevato rispetto alla media europea, “come conseguenza di un mix di generazione che ha nel gas il suo combustibile di riferimento”. “Tuttavia l’effetto congiunto di una domanda nazionale che stenta a riprendersi, di una elevata e ormai consolidata quota di fonti rinnovabili entrate nel parco produttivo e, infine, fenomeno nuovo del 2014, della drastica diminuzione della quotazione del gas, creano i presupposti per un possibile ulteriore recupero di competitività dell’energia italiana”.