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Geotermia: un tesoro energetico, rinnovabile e pulito

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Tra le fonti non convenzionali, quella geotermica è lo 0,6% circa del consumo lordo di energia

Fonte: L’Opinione

Autore: Carlo Frutti

Il problema energetico in Italia è
divenuto negli ultimi anni prioritario sotto gli aspetti economico,
ambientale e di sicurezza degli approvvigionamenti, al punto da
condizionare fortemente la dinamica di sviluppo del Paese e le scelte
politiche nazionali ed internazionali. Il prezzo del petrolio come la
problematica importazione del gas, ci impongono una svolta epocale,
una rivoluzione copernicana, per ottimizzare i consumi e per produrre
energia anche da fonti alternative e non esauribili. Il dibattito sul
nucleare testimonia come sia indispensabile una più ampia,
consapevole ed informata presa di coscienza da parte dell’opinione
pubblica, a partire dagli amministratori e dai tecnici, dell’urgenza
di scelte ineludibili. Il consumo lordo totale di energia in Italia è
costituito per l’ 87% da combustibili fossili (soprattutto petrolio
e gas naturale, ed in minor misura carbone), il 6% da energia
elettrica importata, ed il 7% da fonti non convenzionali o
rinnovabili di energia. Tra le fonti non convenzionali, la frazione
geotermica è lo 0,6% circa del consumo lordo totale di energia, ed è
costituita per oltre quattro quinti dalla produzione di elettricità
e per il resto dagli usi diretti del calore naturale (balneologia
termale, riscaldamento di ambienti, agricoltura, ed altri). In base
alle sue caratteristiche geologiche, dunque, l’Italia è un Paese a
forte vocazione geotermica avendo su scala globale, dopo l’Islanda,
il secondo potenziale geotermico mondiale che potrebbe essere
valorizzato molto più di quanto fatto fino ad ora… Il problema
energetico in Italia è divenuto negli ultimi anni prioritario sotto
gli aspetti economico, ambientale e di sicurezza degli
approvvigionamenti, al punto da condizionare fortemente la dinamica
di sviluppo del Paese e le scelte politiche nazionali ed
internazionali.

Il prezzo del petrolio come la
problematica importazione del gas, ci impongono una svolta epocale,
una rivoluzione copernicana, per ottimizzare i consumi e per produrre
energia anche da fonti alternative e non esauribili. Il dibattito sul
nucleare testimonia come sia indispensabile una più ampia,
consapevole ed informata presa di coscienza da parte dell’opinione
pubblica, a partire dagli amministratori e dai tecnici, dell’urgenza
di scelte ineludibili. Il consumo lordo totale di energia in Italia è
costituito per l’ 87% da combustibili fossili (soprattutto petrolio
e gas naturale, ed in minor misura carbone), il 6% da energia
elettrica importata, ed il 7% da fonti non convenzionali o
rinnovabili di energia. Tra le fonti non convenzionali, la frazione
geotermica è lo 0,6% circa del consumo lordo totale di energia, ed è
costituita per oltre quattro quinti dalla produzione di elettricità
e per il resto dagli usi diretti del calore naturale (balneologia
termale, riscaldamento di ambienti, agricoltura, ed altri). In base
alle sue caratteristiche geologiche, dunque, l’Italia è un Paese a
forte vocazione geotermica avendo su scala globale, dopo l’Islanda,
il secondo potenziale geotermico mondiale che potrebbe essere
valorizzato molto più di quanto fatto fino ad ora. Le risorse ad
alta temperatura si prestano sia per la produzione di energia
elettrica che per usi diretti; quelle di media e bassa temperatura,
invece, possono essere utilizzate prevalentemente in forma di calore.
L’energia geotermica risulta essere, di fatto, una delle fonti
rinnovabili meno coinvolte nei cicli naturali o metereologici, priva
di quelle discontinuità che rendono altri sistemi rinnovabili ancora
dipendenti dalle fonti fossili.

Ma cos’è la geotermia? L’energia
geotermica è l’energia generata per mezzo di fonti geologiche di
calore e può essere considerata una forma di energia rinnovabile.
L’energia geotermica è dunque una forma di energia sfruttabile che
deriva dal calore presente negli strati più profondi della crosta
terrestre. Si basa sulla produzione di “calore naturale” della
Terra (geotermia) alimentata dall’energia termica rilasciata in
processi di decadimento nucleare di elementi radioattivi quali
l’uranio, il torio e il potassio, contenuti naturalmente
all’interno della terra. Infatti penetrando in profondità la
superficie terrestre, la temperatura diventa gradualmente più
elevata, aumentando di circa 30 °C per km nella crosta terrestre. I
giacimenti di questa energia sono però dispersi e a profondità così
elevate da impedirne lo sfruttamento. Per estrarre e usare il calore
imprigionato nella Terra, è necessario individuare le zone dove
questo si è concentrato: il serbatoio o giacimento geotermico. In
alcune particolari zone si possono presentare condizioni in cui la
temperatura del sottosuolo è più alta della media, un fenomeno
causato dai fenomeni vulcanici o tettonici. In queste zone “calde”
l’energia può essere facilmente recuperata mediante la geotermia.
Lo sfruttamento della geotermia consiste nel convogliare i vapori
provenienti dalle sorgenti d’acqua del sottosuolo verso apposite
turbine adibite alla produzione di energia elettrica e riutilizzando
il vapore acqueo per il riscaldamento urbano, le coltivazioni in
serra e il termalismo. La fonte geotermica ad alta energia ha, però,
anche i suoi aspetti negativi in quanto dalle centrali geotermiche
fuoriesce insieme al vapore anche il tipico odore sgradevole di uova
marce delle zone termali causato dall’idrogeno solforato; e per
l’impatto esteriore ed il danno al paesaggio delle centrali
geotermiche che presentano un groviglio di tubature anti-estetiche.
La geotermia ad alta energia resta comunque una fonte energetica
marginale utilizzabile in limitati contesti territoriali, ma in ogni
caso una potenzialità energetica da sfruttare laddove possibile.
Esistono vari modi per sfruttare il calore proveniente dal globo
terrestre; quello sicuramente meno conosciuto, geotermia a bassa
temperatura, sfrutta la temperatura costante del sottosuolo per
scambiare calore cedendolo in estate e prelevandolo in inverno e
gestisce temperature inferiori.

La geotermia nella storia e in
Italia

L’energia geotermica è una energia
che ha una storia molto antica, viene sfruttata in ogni luogo sia
presente, dal Giappone alla Cina, dall’India al Medio Oriente fino
alla vicina Turchia. In Italia gli etruschi prima e i romani poi
utilizzarono con sistemi strutturati questa risorsa presente per lo
più in Toscana e nel Lazio. Lo sfruttamento della fonte geotermica,
al fine di generare energia elettrica, ha inizio il 4 luglio 1904,
proprio nel luogo icona della geotermia italiana: Larderello. Le aree
del nostro territorio interessate da questa fonte energetica
risultano molte e sparse sul territorio. La Toscana con la zona di
Larderello, del Monte Amiata e con l’area marina davanti alla sua
costa, risultò essere una regione a forte vocazione geotermica;
importanti anche le aree del cratere di Latera-Bolsena e dei Campi
Flegrei. Esistono inoltre enormi giacimenti di calore geotermico
sottomarini sul fondo del Tirreno nella zona dei vulcani sottomarini
del Palinuro e del Marsili che interessano anche le Eolie. Ad oggi la
produzione di energia geotermica copre il 25% del fabbisogno di
energia della regione Toscana e circa l’1,5% di quello nazionale.
Nel mondo la produzione energetica geotermica è molto più
sviluppata. La geotermia è la fortuna energetica dell’Islanda,
dove l’85% delle case è riscaldato con questa fonte energetica. La
grande isola del nord Atlantico basa l’intera sua esistenza sul
naturale equilibrio tra la presenza di acqua calda in profondità e
l’atmosfera esterna sotto zero. Il più grande complesso geotermico
al mondo si trova in California a The Geysers (l’impianto ha un
potenziale di 1400 MW, sufficiente a soddisfare le richieste
energetiche dell’area metropolitana di San Francisco). In Africa,
il Kenya e l’ Etiopia hanno costruito degli impianti per l’energia
geotermica. In Etiopia l’ Islanda ha calcolato che l’energia
geotermica presente è di almeno 1000 MW. Si calcola che venti paesi
al mondo abbiano progetti di sviluppo del geotermico. Molto si sta
investendo nel mondo nel geotermico di terza generazione, basato
sulla trivellazione di profondità per raggiungere punti caldi della
crosta anche da zone non naturalmente termali.

Geotermia a bassa temperatura o
bassa entalpia

Per quanto riguarda la geotermia a
bassa temperatura o “a bassa entalpia” il sottosuolo viene
considerato come un serbatoio termico al quale cedere o estrarre
calore a seconda delle condizioni climatiche. Questo permette di
riscaldare e raffrescare edifici o produrre acqua calda per scopi
sanitari o industriali. La geotermia a bassa entalpia può essere
installata in sostituzione dei tradizionali sistemi di riscaldamento,
se associata ad un buon isolamento termico e magari anche un sistema
radiante di riscaldamento, offre notevoli vantaggi economici e
ambientali. Non rappresenta in realtà una vera e propria novità
tecnologica infatti nei paesi del Nord Europa è ampiamente sfruttata
da oltre 30 anni. Il sottosuolo in Italia è, nella maggior parte dei
casi, ad una temperatura che varia tra 12 e 14 °C e rimane pressoché
costante dai 10 ai 100 m di profondità. Il principio di
funzionamento del sistema è relativamente semplice e prevede l’uso
di un semplice circuito di prelievo del calore inserito nel terreno e
ad una pompa di calore. Qualsiasi tipo di terreno può fornire questo
serbatoio termico e quindi qualsiasi edificio potrebbe potenzialmente
utilizzare questa tecnologia per ottenere caldo e freddo. La pompa di
calore geotermica è un sistema che offre sia riscaldamento che
raffrescamento con costi molto bassi ma di contro l’investimento
iniziale risulta abbastanza alto. Il sistema si compone di un
circuito di prelievo del calore ‘sonda geotermica’ che nella
realtà dei fatti è una coppia di tubi uno di andata e uno di
ritorno inseriti in un foro verticale praticato nel terreno. I tubi
in materiale plastico formano un circuito chiuso ed ermetico e
raggiungono una profondità che usualmente è di minimo 70 e massimo
120 metri. All’interno del circuito circola una soluzione acquosa
che si riscalda e raffredda nei diversi punti del circuito. E’
particolarmente conveniente parlare di questo sistema se si è di
fronte ad una nuova costruzione o ad una ristrutturazione importante
ma anche nel caso l’edificio sia già dotato di sistema di
riscaldamento a bassa temperatura, come nel caso di pavimenti
radianti. Altro elemento favorevole all’utilizzo dela geotermia è
la necessità del raffrescamento estivo o l’avere, per una
dislocazione geografica particolare, una difficoltà ad
approvvigionarsi di combustibili. Il risparmio che può dare il
sistema geotermico e nell’ordine del 50% rispetto al metano e del
70% rispetto al gasolio o al Gpl.

Dal 1 gennaio 2008 al 31 dicembre 2010
è stato inoltre previsto uno sgravio fiscale del 55% per sostenere
le spese di ‘sostituzione integrale dell’impianto di
climatizzazione invernale con pompe di calore ad alta efficienza e
con impianti geotermici’ con un limite massimo di detrazione di
30.000 euro. Oltre al sistema verticale ne esiste un altro
orizzontale, alle sonde geotermiche che si spingono in profondità
vengono sostituite delle sonde poste orizzontalmente a circa un metro
di profondità rispetto al limite di congelamento.

Prospettive e normative

Il potenziale energetico della
geotermia, pur costituendo un fattore minore del bilancio energetico
nazionale, andrebbe utilizzato al meglio, ma per conseguire tale
obiettivo è necessario innanzitutto che le forze politiche creino
sollecitamente nuove basi legislative atte a favorire il rapido
sviluppo del calore terrestre. È poi auspicabile che tutte le
Regioni d’Italia si dotino di adeguati piani energetici e di
normative specifiche volte a stimolare l’accelerato sviluppo del
calore naturale in tutte le sue possibili forme di applicazione. In
un tale quadro di riferimento nazionale e regionale, per valorizzare
le risorse geotermiche di media e bassa temperatura, è inoltre
indispensabile coinvolgere le categorie professionali esperte nel
reperimento di fluidi caldi naturali, nello studio dei poli di
consumo dell’energia, nella progettazione di impianti termici e di
reti di distribuzione del calore agli utenti, e nei problemi di
salvaguardia dell’ambiente. È infine necessario impostare e
condurre una fitta campagna nazionale di informazione pubblica volta
a far maturare una diffusa presa di coscienza sulle possibilità
offerte dalla geotermia di ridurre lo scarico in atmosfera di gas
nonchè di contribuire a diminuire il deficit della bilancia dei
pagamenti nel comparto energetico.

CARLO
FRUTTI

Presidente dell’Associazione
Nazionale Difesa del Suolo

Commissione Difesa del Suolo e
Rischi Naturali di Fare Ambiente