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Geotermia, Sviluppo, Europa, Toscana: Sinergie positive tra geotermia e sviluppo rurale, secondo la Corte UE

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A livello europeo «vi sono notevoli sinergie potenziali, ma per lo più non realizzate» tra fonti rinnovabili e sviluppo rurale. Anche se casi virtuosi esistono: un esempio dalla Toscana

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

La Corte dei Conti Europea ha concluso la propria relazione speciale 05/2018, denominata Energia da fonti rinnovabili per uno sviluppo rurale sostenibile: vi sono notevoli sinergie potenziali, che rimangono tuttavia per lo più non realizzate.

Dopo aver esaminato il collegamento tra energia da fonti rinnovabili e sviluppo rurale a livello europeo, la Corte ha concluso che lUE  dovrebbe fare di più per valorizzare le sinergie tra le proprie politiche in materia di fonti di energia rinnovabili e in materia di sviluppo rurale.

Per incentivare la produzione e l’uso di energia da fonti rinnovabili, infatti, sono già disponibili numerosi programmi di finanziamento comunitarie e nazionali: una delle fonti UE è il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR).

Tuttavia, la Corte ha osservato che la Commissione non è stata in grado di fornire informazioni aggiornate esaurienti sul sostegno finanziario alle energie rinnovabili, sia in termini complessivi che a titolo del FEASR.

«I fondi disponibili per lo sviluppo rurale possono svolgere un ruolo nel conseguimento dei valori-obiettivo UE e nazionali in materia di energie rinnovabili, ma le zone rurali dovrebbero trarre vantaggio quando il sostegno per le energie rinnovabili è venuto dai fondi per lo sviluppo rurale. La Commissione Europea non ha fornito sufficienti chiarimenti o orientamenti al riguardo», ha affermato Samo Jereb, il componente della Corte dei Conti Europea responsabile della relazione.

Questo naturalmente non significa che non esistano singole eccellenze cui rivolgersi per trarre indicazioni sul come sinergie tra lo sviluppo rurale e quello delle fonti energetiche rinnovabili (energia solare, eolica, marina, idroelettrica, geotermica e bioenergia) potrebbero coniugare reciproci vantaggi.

Uno di questi esempi, afferma la Corte UE – che porta come esempio la riduzione dell’impronta di carbonio di una cantina in Toscana – arriva dall’impiego della geotermia.

«Un progetto multiforme visitato dagli auditor della Corte – si dettaglia infatti nella relazione – aveva ricevuto il sostegno del FEASR per la trasformazione alimentare; riguardava la costruzione di una nuova cantina. La sostenibilità ambientale era una priorità per la Cantina, che ha calcolato l’impronta di carbonio dei propri prodotti. Il progetto comprendeva vari elementi per la riduzione del consumo energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili: un impianto geotermico per il raffrescamento, un impianto fotovoltaico, una centrale di riscaldamento a biomassa legnosa e numerosi investimenti a fini di risparmio energetico (sistema di captazione della luce solare, ventilazione, torre di raffreddamento ad evaporazione). Nel 2015, l’impresa ha prodotto il 68% dell’energia utilizzata. Il progetto ha avuto come risultato anche una riduzione dell’impronta di carbonio per bottiglia di vino. Oltre a migliorare la propria performance ambientale, l’impresa ha migliorato i propri risultati economici, il che le ha anche permesso di accrescere il numero di dipendenti (da 8 nel gennaio 2011 a 20 nel dicembre 2016)».

Non solo.

La Corte UE ha esaminato in tutto 29 progetti nell’ambito della programmazione del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale che avessero lo sviluppo di almeno un’energia rinnovabile, e in 4 occasioni (i num. 19, 21, 23 e 24 presenti nell’Allegato II) quest’energia rinnovabile era la geotermia: in tutti questi casi la Corte ha rilevato miglioramenti congiunti sotto il profilo ambientale ed economico/occupazionale, mostrando come l’impiego della geotermia come fonte energetica rinnovabile non solo non precluda lo sviluppo rurale del territorio, ma possa anzi favorirlo.