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Geotermia, la nuova sfida dell’Italia e della Puglia

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Il direttore di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio, parla della situazione delle fonti energetiche rinnovabili e di quelle da sviluppare

Fonte: AmbienteAmbienti.it

Autore: Pierluigi De Santis

Le fonti verdi continuano a costituire sempre di più il futuro scenario energetico. In questo contesto la è una forma di energia che in Italia sta iniziando a svilupparsi, al contrario delle altre , che già l’opinione pubblica ha imparato ad apprezzare e in cui la può insegnare al Paese un percorso virtuoso. Si tratta anzi una nuova sfida in cui l’industria italiana, produttrice di parti di questi componenti, può giocare un ruolo importante in questa partita. Lo sostiene il direttore di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio, che ha fatto un bilancio della situazione delle energie rinnovabili. A supporto della sua posizione, c’è la “scoperta”, emersa da una mappa redatta dal Politecnico di Bari e dalla Regione Puglia, (per saperne di più leggi  Un connubio in nome della geotermia a bassa entalpia”) che rivela la regione come un territorio ricco di questo tipo di energia.

Le rinnovabili sono un percorso virtuoso di rispetto ed attenzione all’ambiente, dove la Puglia è anche il soggetto più avanti in confronto alle regioni nella loro realizzazione. Condivide questo giudizio?

«Le pale eoliche, i pannelli fotovoltaici, gli impianti a biomassa di filiera corta e la geotermia sono l’alternativa alla distruzione del Pianeta con l’emissioni di e carbone, sul quale le grandi imprese stanno tornando dopo la sconfitta sul nucleare. Le pale eoliche, in particolare, sono una fonte che a breve medio termine possono dare una risposta sia in campo energetico, sia occupazionale. E’ naturale che questi impianti devono essere installati dove c’è il vento e con un po’ di attenzione per rispettare le caratteristiche del territorio. I vantaggi per l’ nel medio periodo in Italia sono nell’ordine dell’8% mentre per il solare questi vantaggi sono superiori. Ma deve essere chiaro che non c’è una soluzione unica nella ricerca e utilizzazione di fonti alternative di energia: serve una composizione di diverse fonti. La Puglia, da questo punto di vista, ha dato un grande contributo e paga anche un grande costo ambientale. E bisognerebbe pensare che le regioni che s’impegnano abbiano benefici ambientali. Occorre ridurre il ricorso al carbone, fare una moratoria sugli impianti a fonte fossile perché le rinnovabili possono produrre l’energia che serve con un impatto di gran lunga inferiore a quello delle fonti fossili e del nucleare. La Puglia può insegnare all’Italia un tentativo positivo verso le fonti verdi».

Di recente è stata ipotizzato l’utilizzo dell’energia geotermica. Cosa pensa?

«La geotermia può essere utilizzata sia ad alta temperatura in molte aree italiane, sia a bassa temperatura attraverso l’utilizzo delle pompe di calore, che sono attaccate ai generatori geotermici e possono dare efficienze estremamente elevate. Con un Kw di energia elettrica si possono produrre 5 termici. Anche questo è un settore dove altri Paesi, come per esempio la Svezia, hanno tecnologie già molto sviluppate».

E in Italia cosa si sta facendo?

«In Italia gli impianti stanno iniziando a svilupparsi. Anche in questo ambito, però, c’è un problema di regolazione e programmazione. L’industria italiana, tra l’altro, produce anche parti di questi componenti per gli impianti. Potremmo giocare anche noi un ruolo importante in questa partita».