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Geotermia, Italia, Toscana: Legambiente presenta i 590 Comuni della geotermia italiani

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Una rassegna dei casi virtuosi dove l’Italia ha saputo impiegare l’energia che trova origine dal calore della terra

Fonte: GeotermiaNews.it

Autore: Redazione

Con una potenza installata che in totale raggiunge i 993 MW elettrici, i 228,5 MW termici e i 5,4 MW frigoriferi, sono 590 i Comuni della geotermia censiti da Legambiente nel Rapporto Comuni Rinnovabili 2017, nel quale l’associazione ambientalista documenta le esperienze sviluppatesi sul territorio nell’impiego virtuoso della geotermia ad entalpia alta (con temperature superiori ai 150 °C), media (tra 150 e 90°C) e bassa (inferiori ai 90°C).

In tutti i casi si tratta della medesima energia rinnovabile che trova origine dal calore della terra, ma i cui possibili impieghi – come noto – variano (anche) in funzione della temperatura.

Se l’utilizzo più tipico dell’alta entalpia è quello della produzione elettrica tramite moderne turbine alimentate dal fluido endogeno e collegate (all’interno di una centrale geotermoelettrica) ad un generatore, la media entalpia è usata -oltre che per la produzione elettrica in determinate condizioni- per un ventaglio di impieghi più vasto tra cui spiccano i cosiddetti “usi diretti” del calore (filiera agroalimentare, acquacoltura, serricoltura, etc.) o pompe di calore; nel caso della bassa entalpia, infine, si utilizza la differenza e la costanza di temperatura del terreno rispetto all’aria esterna, che è possibile sfruttare in termini di calore e che può essere utilizzato sia per usi residenziali che per attività agricole, artigianali ed industriali che hanno bisogno di energia termica nel processo produttivo. Una possibilità a disposizione su tutto il territorio italiano.

I fluidi a media ed alta entalpia, inoltre, sono utilizzabili come fonte di approvvigionamento termico nelle moderne reti di teleriscaldamento geotermico (se ne parla QUI).

Le principali Regioni italiane in cui invece è sfruttabile l’energia geotermica ad alta entalpia, ricorda Legambiente, sono la Toscana, il Lazio e la Sardegna, mentre potenzialità interessanti sono in Sicilia e in alcune zone del Veneto, dell’Emilia-Romagna, della Campania e della Lombardia.

Ad oggi «sono 10 i Comuni della geotermia ad alta entalpia – documentano da Legambiente – per una potenza installata pari a 964 MW elettrici e 181 MW termici. I più noti sono i 9 Comuni toscani (Monterotondo M.mo, Montieri, Santa Fiora, in provincia di Grosseto; Castelnuovo Val di Cecina, Monteverdi M.mo, Pomarance, in provincia di Pisa; Chiusdino, Radicondoli, Piancastagnaio, in provincia di Siena; ndr) che ospitano impianti geotermici ad alta entalpia», mentre sono invece «473 i Comuni in cui sono presenti impianti geotermici a bassa entalpia – erano 5 nel 2006 – per una potenza complessiva di 29,1 MW elettrici».

«Di assoluto interesse per questa tecnologia – concludono dal Cigno Verde – è lo sviluppo degli impianti a bassa entalpia per l’uso diretto del calore ai fini della copertura dei fabbisogni energetici termici sia di singole unità abitative, ma anche condomini e piccole e medie imprese. In questa direzione lo sviluppo delle pompe di calore è sempre più in crescita arrivando a produrre il 24% del calore generato dalle fonti rinnovabili. Secondo i dati del GSE in Italia, per uso invernale, dovrebbero essere presenti oltre 18,5 milioni di apparecchi in grado di produrre 108.208 TJ di calore, di cui il 3,2% di tipo geotermico e idrotermico, con 3.519 TJ».