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Geotermia, Energie Rinnovabili: GSE, la Toscana regina delle rinnovabili nel centro Italia grazie alla geotermia

Il Gestore dei Servizi Energetici fotografa con un nuovo rapporto l’impiego delle fonti pulite nel Paese

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Il Gestore dei Servizi Energetici fotografa con un nuovo rapporto l’impiego delle fonti pulite nel Paese


Lo sviluppo delle fonti rinnovabili (FER) costituisce un fattore imprescindibile sia per il contrasto ai cambiamenti climatici sia per migliorare la competitività economica del nostro Paese: a che punto siamo?

Per rispondere compiutamente il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha appena pubblicato il nuovo rapporto “Energia da fonti rinnovabili in Italia”, dal quale emerge (dati 2018) che le rinnovabili sono state impiegate in maniera diffusa sia nel settore elettrico (hanno coperto il 39,5% della produzione lorda di energia), sia in quello termico (19,2%), e infine nel settore trasporti (7,7%).

Complessivamente, la quota dei consumi energetici coperta da FER si attesta al 17,8%, poco al di sopra – per il quinto anno consecutivo – del target UE da raggiungere al 2020 (17%), ma sempre molto lontano da quello fissato attualmente per il 2030 (32% a livello europeo) e ancor più da quelli che andranno definendosi sotto la guida della nuova Commissione Ue.

Da questo punto di vista il 2018 non è stato un anno incoraggiante, dato che nel settore elettrico tutte le FER hanno registrato flessioni di produzione rispetto al 2017 – con l’eccezione dell’idroelettrico -, e anche la geotermia ha segnato un -1,5% (con un -0,5% per quanto riguarda gli impieghi termici).

Ciò non toglie che il contributo della fonte geotermica rimane fondamentale nel mix energetico italiano (arriva dal sottosuolo il 5% dell’elettricità nazionale prodotta da FER), e toscano in particolare.

«La Toscana, grazie principalmente allo sfruttamento della risorsa geotermica – evidenzia al proposito il GSE – è la regione con maggior potenza installata nel Centro Italia» per quanto riguarda gli impianti FER per la produzione elettrica; sempre «grazie principalmente al contributo degli impianti geotermoelettrici» la provincia di Pisa si segnala la più virtuosa nell’Italia centrale per la produzione di elettricità da fonti rinnovabili, pari nel 2018 al 3,1% del totale nazionale.

Più nel dettaglio, nel settore elettrico dal GSE si evidenzia per la geotermia una fase di stallo a livello nazionale.

Negli ultimi tre anni il numero degli impianti geotermoelettrici è rimasto immutato (34 unità), concentrato nel territorio della sola regione Toscana e in particolare nelle province di Pisa (nella quale si concentra il 51,8% della produzione totale), Siena (24,2%) e Grosseto (24,0%).

La sostanziale stabilità nella potenza installata tra il 2004 e il 2018 ha prodotto variazioni piuttosto contenute anche sulla produzione lorda, con un tasso medio annuo di crescita del 0,8%; in particolare, nel 2018 la produzione da impianti geotermoelettrici è stata pari a 6.105 GWh, per una diminuzione, come dicevamo, pari a -1,5% rispetto all’anno precedente.

Questo nonostante la geotermia possegga delle qualità peculiari che la rendono unica tra le fonti rinnovabili: ad esempio «la fonte geotermica è caratterizzata da una disponibilità pressoché costante nel corso dell’anno; di conseguenza, in confronto agli altri impianti alimentati da fonti rinnovabili, le prestazioni degli impianti geotermoelettrici risultano le migliori in termini di producibilità».

Per quanto riguarda invece l’energia termica complessiva ottenuta in Italia dall’uso geotermico, si arriva nel 2018 a quota 6.242 TJ, corrispondenti a circa 149 ktep, in leggera diminuzione rispetto all’anno precedente.

A livello geografico, in Toscana e Veneto (particolarmente ricca di stabilimenti termali) si rilevano oltre il 72% dei consumi complessivi nazionali di energia termica prodotta da fonte geotermica; seguono Campania, Lazio e Puglia, che insieme rappresentano un ulteriore 19,6%; il rimanente 8% si distribuisce nelle altre regioni.

Più in particolare, nel 2018 i consumi diretti risultano pari a 5.364 TJ (86% del totale), 114 TJ in meno rispetto al 2017 (-2,1%).

I settori che utilizzano maggiormente la fonte geotermica per usi termici diretti sono il commercio e i servizi (61,6%, principalmente per la notevole diffusione degli stabilimenti termali), seguiti da acquacoltura/itticoltura (26,3%) e agricoltura (10,5%); gli utilizzi nell’industria e nel settore residenziale (dai quali sono esclusi gli impieghi di risorsa geotermica tramite pompe di calore) si confermano piuttosto modesti.

Ai consumi diretti si aggiungono 878 TJ di calore derivato (circa 21 ktep) prodotto da impianti di sola produzione termica; si tratta principalmente di impianti di teleriscaldamento localizzati in Toscana e in Emilia Romagna.

Considerando infine che per gli impianti di teleriscaldamento è possibile fare riferimento unicamente al numero dei comuni teleriscaldati e non a quello degli impianti, si rilevano in Italia almeno 220 impianti attivi per lo sfruttamento dell’energia geotermica ai fini di sola produzione di calore; si tratta, nella maggior parte dei casi, di sistemi di riscaldamento individuale e impianti termali.