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Geotermia a bassa entalpia: la cenerentola delle energie rinnovabili

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I segnali per il futuro dello sviluppo della geotermia, in particolare per il suo uso diretto, sono rosei in gran parte del pianeta per gli anni a venire ma non è così per quanto riguarda il nostro paese.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Secondo il recente rapporto Global Geothermal Power and Heat Pump Market Outlook, realizzato dalla M&M (Markets and Markets), nel periodo 2010-2015, la potenza installata per la produzione geotermoelettrica dovrebbe aumentare del 12,4% l’anno passando dai 10.500 MW del 2009 a circa 19.200 MW. Mentre per gli usi diretti del calore lo studio prevede una crescita del 14,9% l’anno, con una capacità globale in aumento dagli attuali 50.500 MW a 101.100 MW alla fine del 2015.

Cifre che verranno realizzate però in quei paesi dove i Governi hanno deciso investimenti per sostenere lo sviluppo dell’uso della geotermia sia per il settore elettrico dove è possibile, ovvero dove le condizioni geologiche lo permettono, o per lo sfruttamento attraverso le pompe di calore per il riscaldamento/raffreddamento che è possibile in modo molto più diffuso.

In Italia che si colloca al terzo posto nel mondo e al primo posto in Europa (con 5,3 Twh sul totale di 5,5 TWh) per lo sfruttamento della geotermia per la generazione di energia elettrica, grazie alle centrali della Toscana, il discorso cambia radicalmente per quanto riguarda lo sfruttamento dell’energia geotermica per la climatizzazione.

Quattordicesimi in Europa, dopo Lituania e Lettonia, si investe poco nel settore e comunque meno di quanto hanno fatto in altri Paesi europei, quali Germania e Francia ad esempio, che hanno visto triplicare rispetto al nostro paese e in pochi anni i MW installati.

Nonostante l’Italia possa vantare un’industria nazionale che è leader a livello mondiale per know how e tecnologie, sia nella generazione elettrica che per lo sfruttamento di calore si registra una forte arretratezza, anche culturale, nell’adozione di questa energia rinnovabile.

Quando si parla di uso di rinnovabili negli edifici di nuova costruzione ad esempio, s’intende generalmente l’uso di solare termico e fotovoltaico sino anche all’uso del minieolico; difficilmente all’utilizzo di sonde geotermiche per il riscaldamento e il raffrescamento.

Un’arretratezza che si nota anche nell’erogazione degli incentivi.

Secondo un’azienda di Ancona che su questo tema ha scritto una lettera al Gse e al Ministero dello Sviluppo Economico, il decreto ministeriale in vigore dall’agosto di quest’anno sulle modalità di erogazione del nuovo conto energia penalizzerebbe la geotermia a bassa entalpia.

Il premio previsto per gli impianti fotovoltaici abbinati ad un uso efficiente dell’energia, ammette, infatti, all’incentivazione soltanto gli interventi attuati sull’involucro edilizio, escludendo di fatto tutte le altre tecnologie che concorrono a rendere un edificio energeticamente efficiente e a zero emissioni. Quindi anche l’uso della geotermia a bassa entalpia.

Rispetto al Decreto del 19/02/07- si legge, infatti, nel testo del decreto Ministeriale del 6 agosto 2010 e in vigore dall’anno in corso- il risparmio energetico minimo del 10% non verrà più calcolato utilizzando l’indice di prestazione energetica dell’edificio ma dovrà essere conseguito su entrambi gli indici, estivo e invernale, relativi all’involucro edilizio.” E anche per gli edifici di nuova costruzione l’indice di prestazione energetica viene calcolato solo relativamente all’involucro edilizio.

Gli unici incentivi che rimangono, quindi, sono solo quelli relativi alla detrazione fiscale del 55% previsti per gli interventi di efficienza energetica in edilizia che varranno però solo per l’anno in corso, se non saranno ulteriormente prorogati.