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Fotovoltaico, stop all’arrembaggio

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ANCHE NEL 2011 LA PUGLIA È LA REGINA DEL SOLARE CON I 2.186 MEGAWATT INSTALLATI CHE RAPPRESENTANO PIÙ DI UN SESTO DELLA CAPACITÀ NAZIONALE MA I PALETTI ADESSO DIVENTANO PIÙ RIGIDI

Fonte: La Repubblica – Affari & Finanza

Autore: Michele Ottolino

La Puglia dei record ora si interroga. Anche nel 2011 è la regina del fotovoltaico con i 2.186 megawatt installati che rappresentano più di un sesto della capacità nazionale (12.773 Mw). La regione ha inoltre il primato dei megaimpianti: la taglia media è di 95,4 Kw, valore che assume un contorno più chiaro se confrontato con con quello della Lombardia (27,1 Kw), seconda dopo la Puglia per potenza installata (1.321 Mw). In termini numerici la differenza è evidente: 22.926 impianti in Puglia, 48.692 in Lombardia. Questo significa pochi impianti sui tetti degli edifici e migliaia di ettari di terra con i pannelli, soprattutto nei campi del Salento considerati dalle multinazionali miniere per l’alto grado di irraggiamento. Una corsa favorita dalla Regione di Nichi Vendola soprattutto con procedure burocratiche più snelle sui tempi delle autorizzazioni. Corsa che purtroppo in qualche caso si è trasformata in arrembaggio, con le regole del gioco aggirate e il territorio devastato. La magistratura ha decine di fascicoli aperti sui pirati del fotovoltaico, società senza scrupoli, strutturate con un sistema di scatole cinesi, capitali sospetti e subappalti a catena per disattendere leggi e regolamenti. In particolare, le autorizzazioni per la Via, la valutazione di impatto ambientale, necessarie per i grandi parchi fotovoltaici, sono state aggirate con il trucco dello spezzatino: tanti piccoli impianti, uno di fianco all’altro, con titolari solo in apparenza diversi ma poi riconducibili a un unico soggetto. I nodi stanno venendo al pettine. Solo nei primi mesi del 2012 sono stati sequestrati centinaia di ettari di terreno tappezzati di pannelli fotovoltaici. Ma il conto che la Regione deve pagare è anche legato ai contenziosi amministrativi: un quarto delle cause intentate contro l’ente riguarda contenziosi su impianti eolici e fotovoltaici, un numero addirittura superiore alle liti sul pubblico impiego. Tanto che il presidente del Tar Puglia, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2012, ha lanciato l’allarme: «Si è creata una situazione che sconta incertezze normative e conseguentemente disorientamento dell’apparato in un campo che attira forti interessi economici». Ora la Regione vuole correre ai ripari. Soprattutto per quanto riguarda i mega impianti. «L’aria è cambiata — avvisa l’assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro — La Puglia per quanto riguarda i grossi impianti a terra ha già dato, adesso puntiamo sul fotovoltaico strutturale, ossia pannelli sui tetti e sulle pareti degli edifici, un po’ come succede a Berlino». «Non siamo spaventati dall’idea di perdere il primato — spiega ancora Nicastro — è ovvio che la Puglia non rinuncia alle energie rinnovabili ma è il momento di stabilire confini e orientare le prossime scelte verso forme più ecosostenibili per il territorio ed economicamente vantaggiose per il tessuto imprenditoriale locale. E’ proprio verso le piccole e medie imprese che operano nel settore che devono essere orientati gli incentivi per la produzione e l’installazione di mini impianti destinati al consumo personale con l’immissione in rete dei watt eccedenti. Da questo punto di vista ci sono orientamenti politici bipartisan ». Una prima decisione è arrivata proprio a inizio anno con i 37,6 milioni provenienti dai Fondi Fesr 2007-2013 e dal cofinanziamento dei Comuni per l’installazione di pannelli fotovoltaici sii tetti di cinquanta scuole, dieci municipi e un mercato ortofrutticolo della regione. «Comincia oggi la fase due. — ha annunciato Vendola — che è quella della modernizzazione e civilizzazione delle nostre città». Non solo fotovoltaico, tuttavia. La Regione fa un pensierino anche alle biomasse. «Privilegiamo la filiera corta — spiega Nicastro — Il nostro obiettivo è convincere gli agricoltori a consorziarsi per creare mini impianti alimentati dai residui delle potature. Questo potrebbe dare buoni risultati. Per quanto riguarda le pale eoliche offshore, i nostri pareri sono stati tutti sfavorevoli, sia per il progetto nel golfo di Manfredonia, sia per tutte le altre ipotesi. Tuttavia. il nostro parere è obbligatorio ma non vincolante. Così come siamo contrari su tutta la linea alle introspezioni in Adriatico per la ricerca di idrocarburi».