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Dossier Enea: le rinnovabili termiche su i target UE

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Calore vs. elettricità
Solare termico, geotermia e biomasse: ciascuna di queste tecnologie presenta promesse e opportunità ma anche ambiguità da chiarire. Di questo si è parlato nell’ambito del Workshop promosso da Enea, Aiee e Fire

Fonte: Rinnovabili.it

Autore: Rinnovabili.it

“l’Italia è molto in ritardo negli usi termici delle fonti
rinnovabili, mentre sta rapidamente crescendo (anche se a caro costo)
la quota di generazione elettrica. Occorre e conviene colmare questo
ritardo, e rivedere in aumento il peso degli usi termici delle
rinnovabili nel soddisfare quella quota del 17% al 2020 che la
Commissione Europea ci ha assegnato. Questo vuole anche dire una
riduzione della pressione sugli usi elettrici, che renda gli obiettivi
più realistici e meno costosi”. E’ l’opinione di Ugo Farinelli,
segretario generale dell’Associazione Italiana Economisti dell’Energia
a commento del dossier Usi termici delle fonti rinnovabili presentato oggi nell’ambito del workshop, promosso congiuntamente da ENEA con AIEE e FIRE.
Il documento come il convegno raccoglie le varie tecnologie per gli usi
termici delle rinnovabili a partire dal solare alla geotermia fino alle
biomasse esaminando stato dell’arte e prospettive tecnologiche in
riferimento soprattutto ai target Ue contenuti nella Direttiva
“20-20-20”.
“Da un punto di vista economico, – afferma Farinelli – non c’è dubbio
che nella maggior parte dei casi il costo di produzione di un kWh
termico sia inferiore di quello necessario per produrre un kWh
elettrico; appare quindi evidente l’importanza di operare per
promuovere la diffusione delle tecnologie per le rinnovabili termiche
rivedendo un sistema d’incentivazione, basato sui certificati verdi e
sul conto energia, che non sembra rispondere compiutamente a questa
esigenza”.
Per rendere chiaro il contesto in cui attualmente l’Italia si trova
l’Enea ha redatto schede tecnologiche per le sopracitate fonti,
stralcio del Rapporto “Fonti Rinnovabili” in fase di pubblicazione,
definendo per ognuna: stato dell’arte; prospettive tecnologiche e
R&D, potenziale di sviluppo e barriere alla diffusione; analisi
economica.

Capitolo
controverso soprattutto quello relativo alle biomasse, per le quali
Giuseppe Tomassetti della Fire ha mostrato le proposte di evoluzione
del sistema incentivi, da indirizzare “alle imprese più che ai singoli
consumatori”. L’attenzione in questo caso andrebbe alle nuove
definizioni di “sostenibile”. Per Tommasetti le priorità divengono
essenzialmente “utilizzare meglio, cioè a più alta efficienza e con
minor emissioni, le biomasse già attualmente disponibili sul mercato,
favorendo la tipizzazione dei combustibili e la qualità delle caldaie”
e “far crescere la disponibilità sul mercato di combustibili, di
qualità standardizzata, derivati da biomasse prodotte in Italia sia dal
mondo agricolo sui terreni di pianura, che dal mondo forestale nelle
aree montane, in accordo con le funzioni di protezione del territorio”.

Da
Carlo Manna, responsabile ufficio Studi dell’Enea, arrivano invece le
proposte per recuperare il ritardo dell’Italia sull’uso termico delle
fonti di energia rinnovabili ed in particolare nel campo del solare
termico. “Sia per le capacità tecnologiche di cui disponiamo, sia per
fattori ambientali, l’Italia dovrebbe farsi trovare più preparata – ha
dichiarato Manna – e probabilmente la particolare attenzione che c‘è
stata verso la generazione elettrica da fonti rinnovabili ha fatto
trascurare questo tipo di utilizzo delle rinnovabili. E’ necessaria a
questo punto una revisione complessiva di alcuni meccanismi e misure da
attuare. A partire da quelli sui titoli di efficienza energetica,
troppo poco attenti alle potenzialità di un uso termico delle fonti
rinnovabili”. Rivedere tutti i nei dei certificati bianchi, dunque, ma
ottenere una “certezza del funzionamento di certi meccanismi, come
quello del 55% sull’Irpef”.