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CLIMA: CATTURA CO2, PIU’ FONDI DALL’EUROPA

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La Commissione ritiene necessario mobilitare altri 50 miliardi di euro per le tecnologie a bassa emissione di carbonio

Fonte: ANSA.it

Autore: ANSA.it

E’ necessario e urgente rafforzare gli
sforzi finanziari destinati al finanziamento della ricerca
energetica, una parte rilevante dei quali deve essere
indirizzata ai programmi di riduzione delle emissioni di
carbonio dell’80% entro il 2050. L’Unione Europea propone quindi
di triplicare i fondi pubblici aumentando cosi’ i finanziamenti
destinati all’incremento della produzione di energia da fonti
rinnovabili e alla riduzione delle emissioni in nome della
necessita’ di allinearsi con le politiche energetiche proposte
da Usa e Giappone, ormai molto avanti nello sviluppo di
tecnologie pulite. Si propone quindi di assegnare entro il 2020,
un finanziamento di 16 miliardi di euro all’industria solare, 6
miliardi al settore eolico e 9 miliardi all’industria delle
biomasse e dei rifiuti. 7 miliardi dovrebbero essere destinati
all’industria del nucleare e 30 alla progettazione e alla
costruzione di 30 centri abitati a alto valore aggiunto
eco-urbano e caratterizzati da elevati standard di efficienza
energetica. Tra i progetti da finanziare entrano anche quelli di
cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica (CCS) cui
dovrebbero essere assegnati 13 miliardi. Secondo l’Ue i fondi
per la creazione di |’depositi” di CO2 dovranno nella prima
fase almeno essere a carico delle amministrazioni statali allo
scopo di garantire una gestione trasparente della delicata
questione dell’individuazione e pianificazione dei siti di
stoccaggio geologici, non solo per la CO2 ma anche per le
riserve strategiche di metano, dei siti profondi per geotermia a
bassa entalpia e quelli per le scorie radioattive, sempre piu’
necessari in vista di un rilancio generalizzato dle nucleare.
Secondo l’Ue infatti l’incremento dei fondi sarebbe necessaria
anche per estendere la pratica della cattura allo scopo di non
abbinarla solo alle centrali elettriche ma di allargarne
l’impiego ad altre fonti di emissioni: termovalorizzatori,
raffinerie alle acciaierie e cementifici.