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Boom degli investimenti nel settore delle energie rinnovabili: in soli sette anni sono cresciuti del 540%

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Cifre da capogiro che si leggono nel rapporto Global Trends in Renewable Energy Investment 2011 preparato dalla società Bloomberg New Energy Finance per conto dell’UNEP, il Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite.

Fonte: Rinnovabili & Territorio

Autore: Redazione

Dal 2004 al 2010 il settore delle energie rinnovabili nel mondo ha fatto registrare un balzo degli investimenti pari a +540%; solo nel 2010, con una crescita del 32% rispetto all’anno precedente ha visto raggiungere la cifra record di 211 miliardi di dollari.

Una crescita che è avvenuta in parallelo con l’aumento della capacità produttiva delle energie rinnovabili e un calo dei costi delle tecnologie che le sostengono.

Cifre che si leggono nell’indagine annuale condotta in collaborazione tra il programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) e la Frankfurt School of Finance and Management.

L’anno scorso- si legge nel rapporto- gli investitori hanno impiegato un ammontare record di 211 miliardi di dollari nelle energie rinnovabili, cioè un aumento di circa un terzo rispetto al 2009 (160 miliardi di dollari) e del 540% dal 2004. Per la prima volta i Paesi in via di sviluppo hanno superato quelli sviluppati in termini di nuovi investimenti finanziari, investendo in progetti di energia rinnovabile a fini commerciali e nella fornitura di fondi destinati alle società specializzate in questo tipo di energie”.

Nei Paesi in via di sviluppo, sono 72 i miliardi di dollari investiti contro i 70 miliardi in quelli sviluppati, mentre solo nel 2004 gli investimenti nei Paesi in via di sviluppo erano un quarto di quelli dei Paesi industrializzati.

Adesso è la Cina, con 48,9 miliardi di dollari di nuovi investimenti nelle rinnovabili (+28%), a guidare la classifica mondiale; ma un’imponente crescita dei capitali investiti, nel 2010 si è registrata in Medio Oriente e Africa con un 104% di aumento, che tradotti in moneta sono 5 miliardi di dollari. Incrementi altrettanto massicci si registrano anche in altri Paesi e regioni emergenti: +39% con 13,1 miliardi di dollari in America meridionale e centrale; +25% e 3,8 miliardi di dollari in India; +31 % e 4 miliardi di dollari in altri Paesi asiatici.

Un altro settore in espansione, evidenziato nella relazione, è stato il settore della Ricerca e Sviluppo, in cui gli investimenti sono saliti del 120%, che equivale e oltre 5 miliardi di dollari.

In Europa la tendenza è stata in calo per le rinnovabili di grande scala, che hanno visto un ridimensionamento degli investimenti del 22% (pari a 35,2 miliardi di dollari) che però è stato largamente compensato dagli investimenti su  impianti di piccole dimensioni, soprattutto negli impianti solari sui tetti degli edifici.

«Lo sviluppo dell’energia  solare su piccola scala in Europa – ha dichiarato Michael Liebreich, direttore generale di Bloomberg New Energy Finance – è largamente dovuto alle tariffe di acquisto, in particolare in Germania, così come ad una riduzione netta del costo dei moduli fotovoltaici».

Il costo del MW fotovoltaico è, infatti, sceso del 60% dalla metà del 2008, mentre quello dell’eolico del 18%.

Gli investimenti nei piccoli impianti distribuiti  sono aumentati del 132% in Germania (34 miliardi di dollari), del 59% in Italia (5,5 miliardi di  dollari) del 150% in Francia (2,7 miliardi di dollari) e del 163% in Repubblica Ceca (2,3 miliardi di dollari).

Il calo dei prezzi per  MW dei moduli fotovoltaici ha reso l’energia solare ben più competitiva anche a fronte della riduzione delle tariffe d’incentivazione che si sono registrate in molti Paesi europei. «La Spagna e la Repubblica Ceca hanno proceduto ad un calo retroattivo delle loro tariffe di acquisto per progetti già operativi  -spiega il rapporto- il che ha eroso la fiducia degli investitori. Altri governi, come la Germania e l’Italia, hanno annunciato delle riduzioni delle tariffe per i nuovi progetti, una misura logica mirante a riflettere l’importante calo dei costi tecnologici».

Un’ interpretazione che, forse, vale più per la Germania che non per l’Italia.

Il rapporto evidenzia poi l’andamento delle diverse tecnologie di fonti rinnovabili.

L’eolico è diventata la tecnologia rinnovabile più matura, assumendo una posizione dominante rispetto alle energie rinnovabili concorrenti, ma il solare di piccola taglia gli è subito appresso.

«Il prezzo dell’eolico è calato del 18% per  MW in questi ultimi due anni – sottolinea il rapporto – il che, come per il solare, è il segno di una concorrenza feroce nella catena di approvvigionamento. Nel 2010, l’eolico ha continuato a dominare in termini di nuovi investimenti finanziari nei progetti su grande scala (94,7 miliardi di dollari, cioè il 30% in più che nel 2009). Però il solare guadagna terreno se si contano gli investimenti nei progetti di piccole dimensioni, con 86 miliardi di dollari nel 2010, un aumento del 52% rispetto all’anno precedente».

Al terzo posto della classifica si trovano le biomasse e la valorizzazione energetica dei rifiuti con 11 miliardi di dollari investiti, seguono i biocarburanti, che dopo aver visto un forte rialzo degli investimenti nel 2006 (20,4 miliardi di dollari) sono poi precipitati con un calo consistente (5,5 miliardi di dollari) nel 2010.

«La crescita continua in questo segmento strategico della green economy – spiega Udo Steffens, presidente della Frankfurt School of Finance & Management- non è il frutto di un azzardo. La definizione di obiettivi da parte dei governi, il sostegno politico e i fondi d’incentivazione sottintendono lo sforzo dell’industria delle rinnovabili e mettono alla nostra portata l’attesa trasformazione  del nostro sistema energetico mondiale».