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Aumento Iva sui pellet: la rivolta di consumatori e aziende

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Parte da Italia Legno Energia, la fiera dedicata alla filiera, la protesta contro una scelta che, se fosse confermata, avrebbe gravi effetti per i cittadini e per le imprese.

Fonte: greenbiz.it

Autore: Roberta Ragni

Il settore del pellet è particolarmente significativo per l’industria italiana, con oltre 42mila unità lavorative impiegate annualmente, di cui oltre 20mila direttamente nella produzione e distribuzione del combustibile. La sola produzione di pellet ha una ricaduta occupazionale pari a 8,3 unità lavorative per milione di euro fatturato, contro 0,5 per i derivati dalla raffinazione del petrolioInoltre, l’incidenza del valore aggiunto della produzione di pellet è 7 volte superiore rispetto a quello derivante della raffinazione del petrolio. I produttori italiani di apparecchi domestici alimentati a pellet sono oggi leader a scala internazionale, con oltre il 35% di export in Europea e Nord America.

Per questo Aiel (Associazione italiana energie agroforestali) ha lanciato una petizione contro l’emendamento del Governo, approvato dalla Commissione Bilancio del Senato, per aumentare dal 10 al 22% l’Iva sul pellet. La raccolta è stata già firmata da 4mila persone nei primi cinque giorni.

"Oltre due milioni di famiglie in Italia usano il pellet per riscaldarsi, si tratta principalmente di famiglie che fanno parte del ceto medio e popolare, quello che è stato più penalizzato dalla crisi economica. Questo aumento dell’Iva andrebbe a pesare, quindi, principalmente sul consumatore finale. Avrebbe un effetto pesantissimo sul mercato con una decisa contrazione sui consumi di pellet", spiega Marino Berton, direttore generale di Aiel, partner di Italia Legno Energia.

Il valore della sostenibilità del pellet. Il pellet è un combustibile che contribuisce al raggiungimento degli obiettivi europei previsti al 2020 in termini di energia termica rinnovabile e va a sostituire combustibili fossili, esattamente quelli oggetto di unanime critica e contrasto poiché principali responsabili del cambiamento climatico in corso.

L’energia da legno. Con circa 10 milioni di sistemi di riscaldamento installati, legna, pellet e cippato hanno in Italia un ruolo di primo piano per il riscaldamento degli ambienti. In particolare tra stufe, inserti per camini e caldaie a pellet ci sono circa 2 milioni di apparecchi installati. Sono oltre 5 i miliardi di euro di fatturato e un risparmio di CO2 stimato in 25 milioni di tonnellate all’anno.