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Altro che biomassa: arriva la geotermia

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Un progetto dell’Istituto di Vulcanologia intende portare in Valdichiana una nuova tecnologia: la geotermia. Energia a impatto ZERO dalla crosta terrestre.

Fonte: Corriere di Arezzo

Autore: Alessandro Veltroni

Vai a vedere che, fra quelli del “biomasse si” e quelli del “biomasse no”, spuntano le geotermie. E mettono d’accordo tutti. Si tratta di energie rinnovabili ricavate grazie al calore naturale della crosta terrestre.

L’istituto nazionale di vulcanologia vuol portare questa tecnologia nell’Aretino: “E’ il terreno migliore – spiega Fedora Quattrocchi, ricercatrice dell’istituto, che ha seguito passo passo il progetto sviluppato con la locale Confindustria – ce ne sono pochi così in Italia. Nelle zone intorno al capoluogo (si parla della Valdichiana in particolare, ndr) ci sono falde acquifere molto calde che possono essere sfruttati per degli impianti che si dicono ‘a media entalpia’

Il progetto di una centrale-pilota, prima in Italia, è ben avviato: “Di più, siamo pronti per partire – spiega la dottoressa Quattrocchi – stiamo aspettando le aziende locali che vogliano sfruttare quest’opportunità”. Ci vuole investimento iniziale, ma è una forma di energia che alla lunga conviene e non poco. Grazie a due distinti procedimenti si possono produrre megawatt termici, che permettono di scaldare e raffreddare gli ambienti, e energia elettrica. L’impatto è praticamente zero: e perché si parla di fonti del tutto rinnovabili, e perché le centrali geotermiche occupano pochissimo spazio in superficie.
Il funzionamento di questa tecnologia è straordinario, sono necessari solamente due fattori: una falda acquifera che permetta di immettere acqua nel sistema e la presenza di rocce calde.
Per il momento gli orizzonti sono limitati. Si parla di una sorta di sperimentazione. Ma le potenzialità sono sterminate: “Nell’Aretino non possiamo sfruttare l’alta entalpia, ma ci sono vaste zone a media entalpia. I nostri studi hanno stimato che si può produrre 40 megawatt di potenza sfruttando il suolo della provincia. Nel concreto, si può mandare avanti una cittadina di l00mila abitanti. Se si fornisce energia anche alle zone industriali, si scende a 40-50mila abitanti”. Sono comunque numeri importanti che aprono nuovi orizzonti nel panorama energetico non solo del capoluogo, ma anche delle vallate.
E non è un caso che il coniglio sia uscito dal cilindro dell’Officina delle idee, il piano d’azione elaborato da Confindustria Arezzo per cercare nuove vie di sviluppo dell’economia aretina. Il progetto geotermico, sviluppato anche grazie alla “benedizione” del professor Enzo Boschi (originario di Arezzo, nfp), è da tenere nella massima considerazione.