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Concessioni geotermiche, società private in pista

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Gas caldi, fumarole e sorgenti di acqua bollente. Dal cuore della Maremma verso la provincia dì Siena e poi fino al Valdarno.

Fonte: Il Sole 24 Ore – Centronord

Autore: Alessandro Petrini

Dopo che il decreto legislativo 22 del 2010 ha liberalizzato il settore della geotermia in Toscana è partita la corsa alle concessioni per le attività e i permessi di ricerca di calore provenienti dal sottosuolo. Sono otto le società private scese in campo fino a questo momento, ma il numero è destinato a salire.

Se a un anno dì distanza è ancora Enel Green Power a fare la parte del leone con le concessioni, in Toscana ora ci sono una cinquantina di richieste di permessi di ricerca. Lo spiega l’assessore regionale all’Ambiente ed energia, Anna Rita Bramerini che crede molto nella possibilità di creare opportunità e lavoro nel settore della ricerca e nell’applicazione dei processi produttivi: « Compatibilmente con la disponibilità della risorsa, la nostra idea è quella di verificare se ci sono le condizioni perché si crei una filiera toscana del calore, in pratica capire se può nascere un’economia che consenta di sfruttare la risorsa che sia finalizzata soprattutto alla realizzazione e alla produzione di impiantistica».

Una volta ottenuta l’assegnazione inizia una procedura in tre fasi stabilita dalla legge nazionale. Si parte con un’azione di monito raggio e con indagini superficiali che se danno esito positivo danno il via al passo successivo con l’attività di perforazione che è comunque subordinata alla compatibilità ambientale e alla disponibilità della risorsa. Infine si può passare allo sfruttamento vero e proprio della risorsa, sempre nel rispetto della normativa ambientale. Intanto però sì è aperta la bagarre, con tanto in alcuni casa di ricorsi al Tar, per ottenere i permessi per lo sfruttamento della bassa e media entalpia alla quale partecipano anche aziende straniere che hanno un distaccamento con sede legale in Italia. In caso di permessi non ancora assegnati si apre una conferenza dei servizi e se ci sono aziende concorrenti queste vengono convocate e poi è la Regione a scegliere qual è il progetto migliore.

«I nostri principali concorrenti sono stranieri – conferma Flaviano Perini, amministratore della toscana Geoenergy srl -. La nostra è un’azienda toscana e per la nostra attività cerchiamo bacini acquiferi tra i 90 e i 50 gradi per la realizzazione di impianti a cicli binari che sfruttano il calore dell’acqua e la reimmettono nel sottosuolo senza connessione con l’ambiente esterno ed eventuali cattivi odori che possono sprigionarsi».