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Progetto Amiata, dalla geotermia alla valorizzazione di un intero territorio

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Un incontro a Firenze tra i vertici regionali e alcuni Comuni dell’Amiata per discutere del problema occupazionale che sta vivendo la zona, ha dato vita ad una riflessione sul futuro dell’antico vulcano

Fonte: GeotermiaNews.it

Autore: Redazione

Un piano di sviluppo a partire dalla valorizzazione della risorsa geotermica, per trovare soluzione alla grave situazione che attraversa il mondo produttivo del territorio. Si è tenuto a Firenze un incontro con la Regione chiesto dai sindaci per far fronte al depauperamento occupazionale che sta vivendo la zona, in seguito al quale il presidente Rossi si è detto disponibile a costruire un “Progetto Amiata” a partire proprio dalla risorsa geotermica.

L’area dell’antico vulcano sarà presto riconosciuta (con apposito provvedimento di Giunta) come area di crisi regionale, un atto che consentirà di attivare tutta una serie di premialità per le imprese sui bandi regionali per i finanziamenti allo sviluppo e la possibilità di partecipazione al bando sui lavori di pubblica utilità a favore dei lavoratori privi di protezione sociale: bando che è stato appena pubblicato, e all’interno del quale la Regione conferma l’accento prioritario posto sull’area amiatina.

Dopo questo primo passo – sullo sfondo della revisione degli accordi con Enel – si è convenuto tra i partecipanti alla riunione di attivare un tavolo con la partecipazione dei sindaci, per aggiornare gli accordi preesistenti in funzione dello sviluppo geotermico come da obiettivi “Europa 2020”, soprattutto in termini di media e bassa entalpia. In particolare, spiegano dalla Regione, si tratta di definire con Enel le modalità per aumentare le ricadute per l’indotto locale che fornisce servizi, assistenza e manutenzione, e anche come attrarre nuovi investitori che possano sfruttare vantaggi locali particolari come calore, CO2, energia a prezzi scontati.

All’’incontro con il presidente Enrico Rossi hanno partecipato alcuni sindaci dell’Amiata (Abbadia San Salvatore, Castell’Azzara, Castiglione d’Orcia, Santa Fiora, Piancastagnaio, Radicofani), gli assessori all’Ambiente, Federica Fratoni, e all’Agricoltura, Marco Remaschi, che, insieme, per la zona dell’Amiata elaboreranno un piano di tutela del territorio.

Territorio che ha espresso una sostanziale approvazione delle posizioni espresse, pur ribadendo che la necessità di scelte di sviluppo condivise. A tal proposito il sindaco di Castel del Piano, Claudio Franci, sottolineando che non tutti i sindaci fossero stati invitati a partecipare, ha auspicato la creazione di «un tavolo a cui siedano tutte le amministrazioni dell’Amiata e non solo quelle dei comuni ex minerari».

Anche Jacopo Marini, sindaco di Arcidosso e presidente dell’Unione dei comuni dell’Amiata grossetana, considera l’incontro fiorentino «l’inizio di un percorso positivo, che tuttavia non può non coinvolgere anche gli altri comuni dell’Amiata». In una lettera aperta al presidente Rossi, Marini ha dunque sottolineato che «l’Amiata è una, ma possiede tante vocazioni», e come dunque la geotermia sia «una risorsa importante ma al pari di tante altre: agricoltura di qualità, impresa manifatturiera, terzo settore, turismo, patrimonio naturalistico e boschivo e serbatoio d’acqua».

Secondo il sindaco di Arcidosso «Enel negli ultimi anni, a partire soprattutto dal protocollo del 2007, ha modificato il modo di rapportarsi con i territori dimostrando molta più attenzione. E la centrale di Bagnore 4 ne è la testimonianza concreta». Partendo da quanto conquistato negli anni, Marini sottolinea che «l’attività geotermica deve creare occupazione e lavoro» e auspica un “Progetto Amiata” che «non sia assistenzialismo, ma vera valorizzazione delle risorse». Risorse che, come già dimostrano fattivamente esperienze d’eccellenza come la Comunità del cibo a energie rinnovabili (CCER), possono coesistere e sostenersi a vicenda.