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Geotermia, l’uso diretto del calore

Usi diretti

Diagramma di Lindal

Per USO DIRETTO della geotermia si intende l’uso della frazione calore dei fluidi geotermici per scopi diversi dalla produzione elettrica.

I primi cenni di usi diretti risalgono alla preistoria addirittura, ma per avere un utilizzo industriale di questa risorsa si è dovuto aspettare diversi secoli.

Al momento attuale è possibile utilizzare il calore geotermico per tutti quei processi (anche industriali) che necessitino di calore fino a 180°C.

Tra essi citiamo il teleriscaldamento, gli usi termali, e i processi industriali.

Teleriscaldamento geotermico: la tecnica ha raggiunto livelli tali da consentire l’uso di questa risorsa quasi inesauribile per portare calore e benessere a migliaia di persone con fluidi di temperatura anche solo di 60°C. Il principio è estremamente semplice.

Il fluido geotermico proveniente da un pozzo viene convogliato alla centralina del Circuito Primario, passa all’interno di uno scambiatore di calore, riscaldando dell’acqua.

Il fluido geotermico, a questo punto, viene ricondotto indietro e riconvogliato per il processo di reiniezione.

Il Circuito Secondario vede l’acqua così riscaldata condotta ad una stazione di pompaggio per le singole centraline condominiali dove sono posti degli scambiatori secondari che provvedono a veicolarla ai singoli singoli impianti di riscaldamento e poi nei singoli moduli caloriferi degli appartamenti. Con un risparmio effettivo, sia in termini di impatto ambientale che economico per l’utente finale.

Processi industriali: si tratta di un comparto negli usi della geotermia così promettente da aver portato la Regione Toscana, insieme al CoSviG e alle istituzioni locali a stipulare, sin dal 2001, un accordo volontario per l’uso diretto del calore geotermico incentivandone l’utilizzo a fini produttivi non elettrici.