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Geotermia, Sviluppo, Islanda: Oltre 600 partecipanti per la quarta Iceland Geothermal Conference

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Si è chiuso a Reykjavik l’atteso evento internazionale volto ad approfondire e superare le barriere che ostacolano lo sviluppo del settore geotermico

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Si è conclusa a Reykjavik la quarta edizione dell’Iceland Geothermal Conference (IGC), che ha animato l’Harpa Hall e il centro conferenze della capitale islandese dal 24 al 27 aprile.

Articolata attorno a tre pilastri – Vision, Development e Operations – ha offerto l’opportunità di indagare le barriere che ostacolano lo sviluppo del settore geotermico, e – attraverso dibattiti di qualità – sulle possibili soluzioni per il loro superamento.

Con oltre 600 partecipanti, l’ultima edizione ha confermato l’Iceland Geothermal Conference come una delle iniziative di riferimento per il comparto geotermico a livello internazionale.

L’evento no-profit, lanciato dall’Iceland Geothermal Cluster Initiative, ha riunito in un unico palcoscenico – oltre a numerosi stakeholder e aziende di settore – istituzioni come la Banca Mondiale, l’EAGE (l’Associazione Europea dei Geoscienziati e Ingegneri), l’Alleanza globale per la geotermia (GGA) e l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA), oltre ai ministeri islandesi degli Affari esteri e del Turismo, dell’Industria e dell’Innovazione.

Ad aprire i lavori, oltre al ministro degli Affari Esteri, il presidente islandese Gudni Th. Johannesson – succeduto nel 2016 a Ólafur Grímsson, che nel settembre 2017 era è intervenuto a Firenze spiegando come e perché la geotermia avesse trasformato l’Islanda negli ultimi 60 anni.

Significativi, tra gli altri interventi, quelli di Adnan Z. Amin (direttore generale IRENA), Cecilia Edling Östman (fondatrice di Heatpower) e Marit Brommer (direttore esecutivo di IGA, l’Associazione Geotermica Internazionale).

Nel pomeriggio della prima giornata, tre escursioni sul campo hanno inoltre offerto ai partecipanti della conferenza l’opportunità di esplorare la geologia e la natura nella penisola di Reykjanes, con un tour del parco geotermico Hellisheidi e presso le sorgenti termali di Reykjavik e Hvergerdi: non a caso tra gli interventi di spicco svoltisi il giorno seguente si segnalano quello di Thordis Gylfadottir, ministro del Turismo, dell’industria e dell’innovazione, oltre a quello dell’ex segretaria esecutiva dell’UNFCC (United Nations Framework Convention on Climate Change) Christiana Figuerees, che con la sua leadership ha guidato la Cop21 dove nel 2015 è stato siglato l’Accordo sul clima di Parigi.

Riportiamo con soddisfazione che nell’ambito della sessione dedicata alla presentazione di casi di successo rispetto al tema dell’accettazione sociale, l’esperienza di CoSviG e dei Comuni geotermici toscani, sia stato richiamato dal Presidente di Sessione Gurbuz Gonul (Direttore operativo per l’Unità di Supporto ai Paesi Membri di IRENA) come esempio di buona pratica replicabile anche al di fuori del contesto italiano.

Infatti, il modello di sviluppo locale realizzato grazie all’applicazione dell’Accordo Generale sulla Geotermia del 2007 ha creato le condizioni affinché si potesse condividere con le comunità locali il valore di questa preziosa risorsa presente nel territorio, con il coinvolgimento degli amministratori locali, del governo regionale e di tutti gli stakeholder.

Questo approccio, applicabile anche ad altre situazioni simili, può facilitare l’integrazione fra utilizzi industriali della produzione di energia elettrica e le numerose opportunità che derivano dalla valorizzazione degli usi diretti del calore i cui benefici sono direttamente alla portata delle comunità locali e sulla base dei quali è possibile innescare nuovi business e consentire un miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

Tutto ciò è possibile e in larga misura facilitato dalla definizione di un modello di governance territoriale condiviso più equo e duraturo, la cui replicabilità attende solo di essere testata.


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