Home Cosvig Sarà a Massa Marittima il prossimo progetto di riscaldamento con calore geotermico?

Sarà a Massa Marittima il prossimo progetto di riscaldamento con calore geotermico?

647
0
CONDIVIDI
Le ipotesi di fattibilità vagliate nel corso del convegno «Il calore della Terra».

Fonte: GeotermiaNews.it

Autore: Redazione

Grazie al fluido geotermico importato dalla vicina centrale di Carboli o grazie ai pozzi presenti in prossimità del centro abitato, la splendida cittadina delle colline metallifere potrebbe avvalersi di un progetto di riscaldamento sfruttando la potenza geotermica. E’ quanto emerso dal convegno «Il calore della Terra» organizzato sabato 24 aprile dal comune di Massa Marittima cui hanno partecipato tra gli altri Alessandro Sbrana dell’Università di Pisa, il presidente del Cosvig Piero Ceccarelli e il direttore di Enel Greenpower Lio Ceppatelli.

Nella prima ipotesi si tratterebbe di un progetto di teleriscaldamento alimentato tramite l’utilizzo del calore proveniente dal fluido geotermico della centrale Enel di Carboli a Monterotondo Marittimo, per consentire di servire, in maniera graduale, l’intera cittadinanza del centro e delle frazioni di Valpiana e Ghirlanda.

La seconda ipotesi prevede, invece, di utilizzare il calore presente nel sottosuolo cittadino, sfruttando quindi pozzi geotermici a media e bassa entalpia.

«Nel sottosuolo della città – ha spiegato Alessandro Sbrana, professore dell’università di Pisa – dalle ricerche condotte dall’Enel e dal Centro nazionale delle ricerche, sono state rinvenute a Massa Marittima, nella zona lato mare della città, sorgenti termali e pozzi con fluidi a 50 gradi».

Pozzi a temperature maggiori e ad un livello abbastanza superficiale (200-300 metri) sarebbero invece stati rilevati nella parte orientale del centro urbano.

L’area indicata da Alessandro Sbrana e da Roberto Amidei, direttore della Geo Energy Service di Pomarance, sarebbe grande circa 12 chilometri quadrati e avrebbe un potenziale geotermico intorno a 55 MW termici. Per poterlo sfruttare servirebbe un pozzo profondo 300 metri ma saranno necessarie maggiori indagini geologiche, geofisiche e geochimiche per poterlo meglio caratterizzare.

Quindi la fattibilità esiste in entrambe le ipotesi e «la possibilità di adottare questo tipo di energia pulita – ha commentato il sindaco Lidia Bai – è molto interessante per la città ed i suoi dintorni».

Il sindaco ha però sottolineato che l’amministrazione comunale dovrà ora procedere con tutte le dovute verifiche sulla sostenibilità economica e ambientale delle due ipotesi tenendo conto degli effettivi benefici in termini <<di abbattimento dei costi sulle tariffe del riscaldamento per gli utenti che ne usufruiranno».
L’ipotesi di utilizzare i fluidi geotermici ad alta entalpia collegando tramite tubazioni Massa Marittima con le risorse che si trovano a Monterotondo Marittimo sembra rivelarsi quella più onerosa delle due: sarebbero necessari in questo caso, secondo gli esperti presenti al convegno, quasi 46 milioni di euro, mentre ne servirebbero all’incirca 32 milioni ( con un costo di gestione annuo di 2,5 milioni) nella seconda ipotesi. 
Costi che potrebbero comunque subire notevoli variazioni sulla base di diversi elementi al contorno, come ad esempio la realizzazione di un cogeneratore alimentato a biomasse da affiancare ai pozzi a media e bassa entalpia presenti nella cittadina, potrebbe contribuire a farli scendere. Un sistema che ad esempio a Ferrara, come ha sottolineato Fausto Ferraresi, Direttore del Settore Teleriscaldamento di HERA S.p.A., ha permesso di arrivare a fornire con energie rinnovabili il 58% del fabbisogno termico della città con l’ulteriore vantaggio di risparmiare 9220 Tep di combustibili fossili ed evitare l’emissione di 29 mila tonnellate di anidride carbonica, come risulta dal bilancio 2009.

Alle condizioni favorevoli in chiave amministrativa lavorerebbe senza dubbio la regione Toscana, rappresentata al convegno da Edo Bernini.

<<La Regione Toscana guarda con attenzione ad iniziative come quelle dei teleriscaldamenti alimentati da fonti rinnovabili, in quanto vi è l’esigenza di aumentare la percentuale di fonti rinnovabili nella produzione di energia termica e, allo stesso tempo, incrementare le politiche di riduzione delle emissioni di gas climalteranti – ha detto Bernini nel suo intervento e ha aggiunto che <<la Regione, a questo fine, può svolgere un ruolo attivo, rivolto creare le migliori condizioni, soprattutto sul piano amministrativo, affinché la sperimentazione possa prendere avvio>>.